Torna a fare discutere la decisione dell’Amministrazione Penitenziaria di modificare la terminologia in uso nelle carceri italiane. Sulle barricate il SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che per primo ha dato notizia della disposizione del Capo del Dipartimento, Santi Consolo, indirizzata ai Provveditori regionali ed ai direttori dei penitenziari italiani.
“Pensare come prima priorità per le carceri il cambio di denominazione delle celle o dei detenuti lavoranti dimostra un grave scollamento con la realtà quotidiana”, denuncia infatti il segretario generale del SAPPE Donato Capece. “Le carceri sono ogni giorno di più al centro delle cronache per tantissimi eventi critici, che spesso vedono il personale di Polizia Penitenziaria ferito, contuso, offeso. Ma lo sono anche per le risse, i tentati suicidi, gli atti di autolesionismo dei detenuti. Ebbene, se il Capo DAP Consolo pensa che di fronte a tutto sia è meglio ‘nascondere la testa sotto la sabbia’ e pensare a un nuovo vocabolario penitenziario, noi proclamiamo una forma di disobbedienza civile molto semplice: ossia, invitiamo i poliziotti penitenziari a chiamare cose e persone con il loro nome. Celle, carcerati lavoranti, domandine. Il politicamente corretto lo si faccia con provvedimenti concreti che tamponino l’emergenza penitenziaria in atto e che diano tutele concrete ed effettive alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria sempre più vittime della follia di alcuni delinquenti, che tali rimangono anche quando sono in cella da carcerati”.
Capece invita il Ministro della Giustizia Andrea Orlando a prendere una posizione netta di critica alle disposizioni di Santi Consolo: “Lo rimetta con i piedi per terra. Gli faccia comprendere, se ancora non li ha capiti, quali sono i veri problemi delle carceri, che il SAPPE denuncia ogni santo giorno. Non è stando sul trono, nelle ovattate stanze dipartimentali, che si governa l’emergenza penitenziaria e si tutelano gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Se non è in grado, passi la mano”.
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Attività sindacale Carceri, disobbedienza civile del Sappe alle disposizioni dell’amministrazione Penitenziaria