Carceri: il SAPPE non incontra Tamburino

redazione

Il SAPPE non parteciperà all’incontro che il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Tamburino ha annunciato per domani, 22 marzo 2012. A spiegarne le ragioni in una nota è il Segretario Generale Donato Capece: “Non sappiamo di cosa intende parlarci, visto che non ha avuto la cortesia di farci sapere l’oggetto dell’oceanico incontro al quale ha invitato i sindacati della Polizia Penitenziaria, quelli degli impiegati, degli assistenti sociali, degli educatori, dei direttori e dei dirigenti! Ma il sospetto è che si tratti dell’ennesima riunione “salotto” in cui si parla, si parla, si parla ma poi non si conclude nulla di concreto. E a questo il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non ci sta. Per rispetto di chi in carcere lavora nella prima linea delle sezioni. Le carceri scoppiano, nelle carceri si muore e i poliziotti sono sempre più stressanti e stanchi di questo stato di cose e di questa inerzia. Servono interventi concreti che questo Capo Dipartimento non ha ancora preso. E allora le chiacchiere servono a zero.”

Capece contesta anche l’organizzazione della Festa del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si terrà a Roma il prossimo 18 maggio alla presenza del Capo dello Stato: “Anziché farla in una piazza, all’aperto, tra la gente, ci si chiude ancora una volta in un’aula di una Scuola di Polizia. E non è evidentemente un caso che nel gruppo di lavoro istituito per organizzare la cerimonia che celebra il quarto Corpo di Polizia dello Stato, composto da educatori e direttori che non indossano la nostra orgogliosa divisa, ci sia un solo poliziotto, peraltro inserito dopo le nostre proteste. A qualcuno del DAP probabilmente i compiti di Polizia spaventano…”.

“Il SAPPE” conclude Capece “terrà un sit-in di protesta a Roma il 3 aprile per denunciare i gravi problemi con i quali quotidianamente si confronta la Polizia penitenziaria e che alimentano tensione – come i costanti e continui eventi critici -, gli straordinari, gli avanzamenti di carriera, gli assegni di funzione e le missioni non pagate e, da ultimo, l’assurda riforma che farà andare in pensione i poliziotti a 70 anni. Tutto questo nell’indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria e delle Istituzioni. Grideremo in piazza la nostra rabbia. E se nulla cambierà, non è escluso che manifesteremo anche il giorno della Festa del Corpo a Roma per chiedere attenzione all’unica persona che si è dimostrata attenta e sensibile ai nostri problemi, il Capo dello Stato”.