Il cuore dei carcerati sotto controllo 24 ore su 24, dietro le sbarre. È la telecardiologia a portare “a domicilio” lo specialista, con elettrocardiogrammi e visite a distanza. Succede a Milano, dove gli oltre 4 mila detenuti degli istituti di pena di San Vittore e Opera, possono contare su un’equipe cardiologica dell’ospedale San Raffaele, in diretto e costante contatto con i medici penitenziari. Dai migliaia di referti passati sotto gli occhi degli esperti in due anni di vita del progetto, sono riaffiorate anche patologie primitive che si ritenevano estinte. "Come le cardiopatie reumatiche, malattie legate all’assenza di cure e prevenzione nell’età dell’infanzia, osservate soprattutto in giovani provenenti dall’area mediorientale". A spiegarlo, oggi a Milano in occasione del IX congresso della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe) è Angelo Cospito, presidente del congresso e responsabile della sanità penitenziaria lombarda. Il bilancio del progetto ‘Asclepio’, commenta, non può che essere positivo: "Abbiamo monitorato non solo le acuzie, ma in generale lo stato di salute cardiaca dei detenuti direttamente nella struttura carceraria di appartenenza". Obiettivo: ridurre la necessità di spostamenti verso gli ospedali e migliorare la possibilità di cura e prevenzione delle patologie cardiovascolari. La mole di lavoro è cresciuta negli anni: si è passati da 216 lettrocardiogrammi trasmessi nel 2006, ai circa 2.500 del 2007 per arrivare a 2.836 nei primi 6 mesi del 2008. L’elettrocardiogramma viene rilevato dal medico della struttura carceraria dove si trova il paziente. I dati vengono poi inviati attraverso la linea telefonica al Centro servizi di telemedicina della società Telbios, attivo 24 ore su 24, dove sono visualizzati sul computer di uno specialista dell’equipe cardiologia dell’Istituto scientifico San Raffaele di Milano. L’elettrocardiogramma viene immediatamente refertato e inviato al medico della struttura carceraria che ha effettuato l’esame. Tutto nel giro di pochi minuti.