Carceri: manifestazione del SAPPE a Roma

Roberto Imbastaro
“Nonostante la pioggia battente sulla Capitale, sono tantissimi i poliziotti penitenziari che stanno arrivando a manifestare a Roma davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Per la quarta volta in un anno il SAPPE manifesta contro una Amministrazione penitenziaria distante dalla realtà e dai suoi poliziotti, che pensa che con le chiacchiere e comunicati stampa può nascondere il disastro di un DAP al collasso. Mi chiedo quando avranno il tempo di pensare ai poliziotti penitenziari che non hanno percepito in busta paga le indennità accessorie dal 2011, gli assegni di funzione e gli avanzamenti di grado; agli idonei al concorso per vice ispettore bandito dieci anni fa (!) e non ancora partiti per il corso; agli idonei dei concorsi per agenti che non hanno alcuna notizia sul loro futuro; ai poliziotti con figli e parenti disabili che non vengono trasferiti per assisterli ed ai sovrintendenti ed ispettori che attendono il trasferimento da anni; alle poliziotte ed ai poliziotti vittime di una tensione detentiva nelle sovraffollate celle italiane fatta di risse, aggressioni, suicidi e tentativi suicidi, rivolte ed evasioni che genera condizioni di lavoro dure, difficili e stressanti per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. L’Amministrazione Penitenziaria guidata da Giovanni Tamburino e Luigi Pagano è incapace di risolvere i problemi e per questo centinaia di aderenti al primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, stanno manifestando davanti alla sede del Dap.”
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria.
 “Nonostante le chiacchiere di Tamburino e Pagano, la vigilanza dinamica dei penitenziari voluta dall’Amministrazione Penitenziaria per alleggerire l’emergenza carceraria è una resa dello Stato alla criminalità. Pensare a un regime penitenziario aperto; a sezioni detentive sostanzialmente autogestite da detenuti previa sottoscrizione di un patto di responsabilità favorendo un depotenziamento del ruolo di vigilanza della Polizia Penitenziaria, relegata ad un servizio di vigilanza dinamica che vuol dire porre in capo ad un solo poliziotto quello che oggi lo fanno quattro o più Agenti, a tutto discapito della sicurezza e mantenendo il reato penale della “colpa del custode”; ebbene, tutto questo è fumo negli occhi. La realtà penitenziaria è la Polizia penitenziaria ha settemila agenti in meno, che i Baschi Azzurri non fanno formazione ed aggiornamento professionale perché l’Amministrazione evidentemente ha altro a cui pensare, come anche per le conseguenze di quell’effetto burn out dei poliziotti determinato dall’invivibilità di lavorare in sezioni detentive sistematicamente caratterizzate da eventi critici – suicidi, tentati suicidi, aggressioni, risse, atti di autolesionismo, colluttazioni. Non ha fatto niente il DAP, su tutto questo. E proprio per questo stiamo manifestando davanti al DAP: per chiedere l’allontanamento del Capo Dipartimento Tamburino e del Vice Capo Pagano, primi responsabili di tutto ciò. E continueremo a farlo fino a quando non saranno avvicendati dalla guida del DAP”.