Carceri, SAPPE: Capo DAP Petralia pensi a dotare Polizia Penitenziaria di strumenti di difesa

redazione

“Errare è umano, perseverare è diabolico. Se sono vere le indiscrezioni contenute in taluni comunicati sindacali, secondo le quali è intendimento dell’Amministrazione Penitenziaria provvedere ad un ripensamento della pena in ambito custodiale, il Capo del DAP Bernardo Petralia intende perseguire sulla discutibile linea che ha avuto modo di illustrare nel corso dell’intervento in video-collegamento che tenne in occasione della presentazione del XVI rapporto dell’associazione Antigone sulle condizioni della detenzione. Ossia, essere il Capo dei detenuti e non dei poliziotti. Anziché pensare a sospendere la folle vigilanza dinamica ed il regime detentivo aperto, che sono causa della crescita esponenziale degli eventi critici in carcere, secondo le indiscrezioni contenute in taluni comunicati sindacali Petralia pensa buone prassi già diffuse nei penitenziari italiani. Piuttosto che pensare alle tutele ai poliziotti, a come consentire di contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti si verificano costantemente, con poliziotte e poliziotti contusi, offesi e feriti e addirittura colpiti dal lancio di feci e urine dei detenuti, con celle devastate ed incendiate, l’Amministrazione Penitenziaria pensa ad introdurre presunte buone prassi che non si sa bene cosa siano, non avendo il DAP avuto il garbo istituzionale di fornire ai Sindacati della Polizia Penitenziaria una informativa compiuta ed organica”.

E’ ferma la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il Segretario Generale Donato Capece stigmatizza la mancata nomina di un nuovo Direttore Generale dei Detenuti e del Trattamento al Dipartimento: “Dopo le polemiche sulle scarcerazioni durante il periodo del Covid-19 e le dimissioni di Giulio Romano, mi sembra assurdo che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non abbia ancora nominato un magistrato nell’incarico di Direttore generale dei detenuti e del trattamento. Noi auspichiamo che venga nominato nell’incarico di Direttore generale dei detenuti e del trattamento un magistrato di alto profilo, così come è sempre stato in passato con Sebastiano Ardita o Giuseppe Falcone. Ma altrettanto incomprensibile è la mancata nomina del direttore dell’ufficio della Direzione Generale del Personale, che determina ritardi e soprattutto l’assenza di un interlocutore in grado di dare risposte certe alle nostre richieste”.

E’ ferma la critica del SAPPE al Guardasigilli: “Bonafede è sempre più distante dalla ‘sua’ forza di Polizia, la Polizia Penitenziaria”, denuncia Capece. “Non ha speso una parola per stigmatizzare le continue violenze in danno dei poliziotti, non ha indicato una soluzione concreta per fermare la costante spirale di violenza ed, anzi, sembra che le proposte per rivedere i circuiti e le norme dell’ordinamento penitenziario, a partire dalla vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile, siano state abbandonate in qualche cassetto polveroso del Ministero... C’è forse qualche veto politico?”. Per il SAPPE il personale di Polizia Penitenziaria è stanco di subire umiliazioni ogni giorno a causa di una amministrazione matrigna che non tiene affatto al benessere del personale”.