Carceri: Tentato suicidio ad Ariano Irpino

Roberto Imbastaro

Nel pomeriggio di ieri un detenuto ristretto nella sezione Alta Sicurezza del carcere di Ariano Irpino (AV) ha tentato di togliersi la vita, dapprima ingerendo candeggina e successivamente tentando di impiccarsi con un cappio rudimentale che aveva legato alle sbarre della finestra. 

Il detenuto che ha tentato il suicidio è accusato di appartenere ad una associazione camorristica  meglio nota come “clan dei casalesi”. Il detenuto si professa innocente e ciò potrebbe essere la motivazione di base che lo ha spinto all’insano gesto. Il personale di polizia penitenziaria in servizio ha prontamente soccorso l’aspirante suicida, praticando le prime cure e provvedendo all’immediato  ricovero presso l’ospedale civile di Ariano Irpino. Successivamente il detenuto  è stato trasportato, con scorta al seguito,  presso il plesso ospedaliero della cittadella sanitaria di Avellino per ulteriori esami diagnostici facendo  rientro in tarda serata  all’Ospedale di Ariano, dove trovasi tutt’ora ricoverato e dichiarato fuori dal pericolo di vita.

Si tratta del terzo tentato suicidio sventato dalla polizia penitenziaria in questi primi giorni del 2012 (gli altri due si erano verificati a Torino e Como), mentre la conta delle morti  per suicidio, di quest’anno,  ha già fatto registrare il primo caso di autosoppressione a Genova. Nel sottolineare come la tempestività e la professionalità dagli agenti penitenziari contribuisce a contenere il numero dei suicidi (nel 2011 i baschi blu hanno letteralmente strappato alla morte circa 395 detenuti) non possiamo non denunciare, per l’ennesima volta, le loro difficili e pericolose condizioni di lavoro. Condizioni gravate ancor più da una gravissima deficienza organica (circa settemila unità in meno rispetto all’organico decretato nel 2001) che, auspichiamo, possa trovare una qualche soluzione immediata attraverso un piano di assunzioni straordinarie, Monti e Severino volendo e permettendo.