Como, donna muore in carcere. SAPPE: “Questa realta’ penitenziari italiani, al di la’ delle chiacchiere”

redazione

Una detenuta è morta nel carcere di Como. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“Ieri la donna, 40 anni circa, ristretta per furto e spaccio di stupefacenti, tossicodipendente, è stata trovata morta nella sua cella”, spiega Alfonso Greco, segretario regionale SAPPE della Lombardia. “Nulla ha potuto l’intervento del sanitario”
Aggiunge da Roma Donato Capece, segretario generale SAPPE: “La situazione nelle carceri resta allarmante: altro che emergenza superata! Dal punto di vista sanitario è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).”
“Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, conclude il leader del SAPPE. “Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini, ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi, i suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno”.