“Quel che è accaduto nella nottata a Cosenza ha dell’incredibile, con la sfrontatezza di un criminale straniero ristretto in carcere che è evaso. Ancora si sta cercando di ricostruire come ciò sia potuto accadere. Il mio auspicio è che l’evaso venga presto catturato, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria.”.
Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
Il SAPPE evidenzia che “nell’intero anno 2018 si sono verificate in Italia 4 evasioni da istituti penitenziari, 52 da permessi premio, 14 da lavoro all’esterno, 21 da semilibertà e 40 mancati rientri da licenze”.
Capece denuncia le gravi criticità operativi dei poliziotti penitenziari (nettamente sotto organico, come nel caso del carcere di Cosenza) edil clima che si vive nelle carceri del Paese: “La situazione all’interno penitenziaria si è notevolmente aggravata per il costante e crescente affollamento delle celle. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre delle carceri italiane nell’intero anno 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto a quelli dell’anno 2017, già numerosi: 9.510), 1.198 tentati suicidi sventato in tempo dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (che erano state 7.446 l’anno prima). Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159 ferimenti, e dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2. La cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria.”.
”E’ sintomatico” concludeinfine il leader dei Baschi Azzurri,“che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere oltre 20mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Ed è grave che il Ministero della Giustizia non sia in grado di mettere in campo efficaci strategie di contrasto a questa spirale di sangue e violenza