Droga, operazione Valencia Connection

Tiziana Montalbano

Ieri 60 militari della Guardia di Finanza di Frosinone hanno assestato il colpo di grazia ai tre clan di narcotrafficanti sgominati nel giugno scorso con l’operazione di polizia denominata “Valencia Connection”. La fase terminale dell’operazione ha consentito il sequestro di un patrimonio del valore di oltre 5 milioni di euro: 20 immobili, di cui 15 fabbricati (appartamenti e locali commerciali) situati a Napoli, San Sebastiano al Vesuvio (NA), San Giorgio a Cremano (NA), Montesilvano (PE), Cappelle sul Tavo (PE), 5 terreni agricoli, 7 autovetture, 4 motocicli, e 69 conti correnti bancari sui quali transitavano i guadagni del traffico di stupefacenti. Il sequestro è stato possibile grazie alla minuziosa ricostruzione della situazione patrimoniale e reddituale dei soggetti arrestati, effettuata dalla Guardia di Finanza avvalendosi di strumenti di intelligence e tecnologici. La normativa antimafia, che è stata applicata dalla Guardia di Finanza, prevede l’attuazione delle indagini patrimoniali ad ogni fenomeno di criminalità organizzata, in modo da togliere ai clan i beni derivanti dai loro traffici di morte, assegnandoli poi ad associazioni di volontariato, a cooperative sociali, alle forze dell’ordine e ad altri scopi di benessere e protezione della collettività. Le autovetture e i motocicli sequestrati, invece, saranno assegnati alle forze dell’ordine per essere utilizzate nei servizi di contrasto al traffico di stupefacenti. Dalle indagini patrimoniali, in particolare, è emersa la modalità di riciclaggio dei proventi dei clan: le enormi somme di denaro guadagnate con il narcotraffico, infatti, venivano reinvestite sia in altre attività illecite, quale l’usura, sia in attività lecite, quale l’acquisto di immobili (magari in Abruzzo, dove erano più difficilmente tracciabili) da dare in affitto o da rivendere in maniera speculativa, facendo perdere l’origine illegale dei soldi. I tentativi di occultamento del tesoro dei clan non hanno però sortito effetto, in quanto le Fiamme Gialle hanno ricostruito tutto il percorso dei profitti del commercio di cocaina, individuandone l’ultima destinazione. I sequestri patrimoniali si aggiungono ai risultati ottenuti nei mesi scorsi, quando le Fiamme Gialle eseguirono 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 7 arresti in flagranza di reato, 7 arresti in Spagna, con 6 autovetture e 70 kg di cocaina purissima sequestrati. Le indagini hanno permesso di fare luce su uno dei più potenti cartelli partenopei per l’importazione di cocaina, che operava a favore di diversi clan camorristici, a cui appartenevano alcuni degli arrestati. Tra gli indagati spicca per spessore criminale la figura di Salvatore Sorrentino, personaggio chiave, in stretto contatto con i fornitori colombiani di stanza a Valencia. L’esame delle conversazioni intercettate e lo sviluppo degli elementi acquisiti durante l’attività di intelligence, hanno consentito di inquadrare gli indagati nell’ambito di tre distinte organizzazioni criminali. L’operazione è stata condotta in cooperazione con la Policia Nacional del Regno di Spagna, che ha effettuato, in corso d’indagine, sette arresti a Valencia, colpendo un gruppo di narcotrafficanti affiliati ad un clan colombiano che avevano sequestrato il Vitiello Pasquale, poi arrestato dalla Guardia di Finanza, colpevole di non aver pagato una partita di droga di oltre 300.000 euro. L’intervento delle “teste di cuoio” della Policia Nacional, unitamente a personale della Guardia di Finanza di Cassino, permetteva la liberazione dell’ostaggio che, secondo quanto dichiarato dai colombiani all’Autorità Giudiziaria spagnola, di lì a pochi minuti sarebbe stato decapitato, fatto a pezzi e disciolto nell’acido.