La Fondazione per la Sostenibilità Digitale – la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, presenta oggi il Rapporto 2022 su “E-commerce e sostenibilità digitale”.
Il Rapporto, basato su una indagine condotta con un mix di modalità cati/cawi/cami, è stato sviluppato su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 3.600 persone. Ha come finalità quella di analizzare il comportamento degli italiani rispetto all’uso dell’e-commerce per la commercializzazione di beni e servizi, con particolare attenzione alle transazioni che possono migliorare il fattore della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il quadro complessivo che emerge dal rapporto e-commerce è estremamente significativo poiché evidenzia la grande necessità di lavorare sulla consapevolezza degli italiani verso il digitale in quanto è proprio dal digitale che l’intero comparto Retail potrebbe ottenere i maggiori benefici” – ha affermato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

E-commerce e sostenibilità ambientale: una posizione ambivalente
I dati che emergono dalla ricerca raccontano di un’Italia che ha assunto una posizione ambivalente rispetto alle relazioni tra e-commerce e impatto sull’ambiente:
- nel 71% dei casi gli italiani considerano il commercio elettronico un’opportunità, dichiarandosi d’accordo o molto d’accordo con il fatto che generi un impatto positivo, soprattutto grazie all’eliminazione di molti spostamenti.
- gli stessi cittadini percepiscono un netto peggioramento per l’ambiente, causato dall’incremento esponenziale del numero di spedizioni.
- focalizzandosi sull’economia circolare, è ben un italiano su cinque a non ritenere che le app o i siti che consentono l’acquisto di prodotti usati possano diminuire gli sprechi, ma che anzi, al contrario, li favoriscano. Sono concordi su questa posizione quasi uno su dieci tra i Sostenibili Digitali. Si tratta di utenti consapevoli, che il Digital Sustainability Index (DiSI) della Fondazione definisce Sostenibili Digitali.

E-commerce e sostenibilità economica: grande opportunità ma anche grande minaccia per i piccoli retailer?
La ricerca evidenzia una situazione ambivalente anche rispetto alla sostenibilità economica:
- il 73% degli italiani ritiene che il commercio elettronico sia destinato a distruggere i piccoli negozi.
- il 71% ritiene che l’e-commerce rappresenti un’opportunità per quei piccoli negozi che sapranno adeguarsi.
- il 40% dei cittadini non ritiene che l’e-commerce rappresenti una minaccia per realtà di più grandi dimensioni, come i centri commerciali e la grande distribuzione.
Interessante notare le variazioni di questi dati in funzione dei diversi cluster identificati dal Digital Sustainability Index (DiSI). Infatti, se a ritenere che il commercio elettronico rappresenti un’opportunità per quei piccoli negozi che sapranno adeguarsi è il 77% dei Sostenibili Digitali, questa percentuale scende al 67% per gli Insostenibili Analogici.

Più attenzione alla sostenibilità sociale e meno a quella ambientale, ma gli italiani sono disposti a spendere di più per prodotti sostenibili?
Le analisi realizzate indicano che gli italiani pongono una maggiore attenzione alla sostenibilità sociale che a quella ambientale:
- il 71% degli intervistati dichiara di essere disposto a spendere di più in presenza di aziende che non sfruttano i propri lavoratori.
- il 62% (ben 9 punti in meno) si dichiara disposto ad acquistare beni o servizi di quelle aziende che garantiscono il rispetto dell’ambiente.
- il 72% degli italiani, pur considerando la sostenibilità ambientale e sociale un elemento prioritario, dichiara che non spenderebbe di più per acquistare prodotti sostenibili.

Nelle risposte analizzate non vi sono differenze rilevanti rispetto al genere, all’età o al titolo di studio. Sono però state fornite risposte positive dal 29% dei Sostenibili Digitali rispetto al 46% degli Insostenibili Analogici (clusterizzati in base al DiSI, Digital Sustainability Index). Rappresentando però, questi ultimi, il cluster numericamente più amplio, il dato aggregato finale ne risulta fortemente influenzato.
Leggeri scostamenti si rilevano invece sulle percentuali relative alla mancata disponibilità a spendere di più per prodotti sostenibili, in base alle classi d’età degli intervistati:
- gli italiani tra i 45 ed i 64 non sono disposti a spendere di più per l’acquisto di prodotti sostenibili a livello ambientale (76%) e sociale (75%)
- considerando coloro che hanno un’età compresa tra i 18 ed i 30 anni, la percentuale scende al 69% e 67%.
- se a ritenere che le app o i siti che consentono di acquistare prodotti usati diminuiscono gli sprechi e favoriscono l’economia circolare sono l’85% degli italiani tra i 45 ed i 64 anni, la percentuale scende al 75% per i cittadini tra i 18 ed i 30 anni. Su quest’ultimo dato influisce, però, anche il titolo di studio, evidenziando differenze tra chi ne possiede uno alto (85%) e chi uno basso (76%).
Utilizzo di siti e applicazioni di e-commerce
- Il 68% degli italiani utilizza siti ed applicazioni di e-commerce, con una persona su due che dichiara di farne un utilizzo regolare. Rispetto alla frequenza d’uso, il driver principale è il livello di digitalizzazione: le percentuali, infatti, passano dall’80% per Sostenibili Digitali e 79% per Insostenibili Digitali al 54% per Sostenibili Analogici e 56% per Insostenibili Analogici.
Inoltre, sono coloro che ne fanno attualmente il maggiore utilizzo – i Digitali – a dichiarare di volerli usare di più in futuro, rispetto invece a coloro – gli Analogici – che li utilizzano di meno. Il livello di digitalizzazione incide in maniera significativa anche sull’utilizzo delle app o dei siti che forniscono servizi di supporto ai pagamenti elettronici. Il 74% dei Sostenibili Digitali e degli Insostenibili Digitali dichiarano di utilizzarli regolarmente o raramente, con una differenza di quasi trenta punti percentuali rispetto ai Sostenibili Analogici (47%) e gli Insostenibili Analogici (46%).
Digital Susteinability Index (DiSI)
Il DiSI, nei suoi risultati di sintesi e nell’analisi dei componenti di dettaglio, è uno strumento utile alle Amministrazioni ed alle organizzazioni per comprendere su quali leve agire per supportare i cittadini nel percorso di comprensione del ruolo della sostenibilità digitale e dei suoi vantaggi. Esso consente infatti di capire se si debba agire sulla consapevolezza digitale e sulla leva della conoscenza delle tecnologie, se si debba invece operare per promuovere i principi culturali della sostenibilità o stimolare comportamenti sostenibili, oppure se sia necessario far capire meglio come e perché utilizzare la tecnologia specificatamente come leva per lo sviluppo sostenibile.