Egitto: smantellate 4 cellule terroristiche

redazione

Le forze di sicurezza  egiziane hanno smantellato quattro cellule terroristiche nella  capitale, ovvero nei quartieri di Nasr City, New Cairo e Sayeda  Zeinab. Lo riferisce il quotidiano Al-Masry al-Youm, precisando che  otto dei quindici terroristi arrestati avrebbero ricevuto fondi  dall’ estero. In base alle indagini, le reti militanti potrebbero avere  avuto un punto d’appoggio al di là del Sinai e che l’Egitto potrebbe aver attirato diversi miliziani da altre nazioni come la Libia e la  Tunisia. I miliziani, trasferiti in celle di isolamento, hanno negato  le accuse di voler spodestare l’attuale governo del Cairo.

La scorsa settimana le forze di sicurezza egiziane avevano  condotto raid nei covi dei miliziani a Nasr City uccidendo un uomo,  Karim Ahmed Essam el-Azizi, inizialmente identificato come cittadino  libico. Mercoledì, però, la sicurezza del Cairo ha precisato che il  militante era egiziano. L’uomo era stato accusato di aver avuto un  ruolo nell’ assalto al consolato americano a Bengasi lo scorso 11 settembre, dove rimase ucciso l’ ambasciatore statunitense Chris Stevens.

Le persone arrestate sono state trovate in possesso di esplosivi, fucili e armi automatiche, 10 sacchi di Tnt, 63 bombe e cinture esplosive, lanciamissili, 199 detonatori, missili anti-carro armato, nove casse di esplosivo, 23 proiettili da cecchino, mezzo chilogrammo di cuscinetti a sfera con le istruzioni per la preparazione di bombe e circuiti elettrici usati per la preparazione di bombe nella zona industriale del Cairo, ha fatto sapere il ministero degli Interni egiziani.

Uno dei detenuti, il tunisino Mohammed Saeed Merghany, ha dichiarato di essere giunto al Cairo per lavorare nell’industria tecnologica, raccomandato da un altro accusato, Nabil Abdel-Moneim. Merghany ha detto che, nonostante sia un esperto di esplosivi, non ha preso parte ad attività illegali. Un altro degli accusato, l’ ex ufficiale Tarik Abu al-Azzem, ha detto di non fare parte di alcuna cellula e di non aver alcun interesse politico dopo essere stato coinvolto in un procedimento penale militare otto anni fa.