Energia, Difesa, solidità economica. Le tre direttrici dell’agenda di Versailles

Lorenzo Della Corte

«Il futuro dell’Ucraina e la storia futura dell’Unione Europea e delle nostre democrazie viene scritta in questo momento». Queste parole, rilasciate dal commissario Von der Leyen a margine del vertice informale di Versailles, registrano il clima delle cancellerie d’Europa. La storia è tornata a bussare alla porta del Vecchio continente e i capi di Stato europei non vogliono farsi trovare impreparati.

Il presidente Macron, fautore dell’incontro, detta la linea che l’Unione Europea dovrà seguire nel prossimo futuro per tornare ad essere una potenza.

«Mi avete sentito parlare spesso di un’Europa potenza, un’Europa indipendente» – ha dichiarato il titolare dell’Eliseo a margine del summit di Versailles – «oggi l’Europa deve prepararsi a essere indipendente dal gas russo, essere indipendente nella propria difesa, essere indipendente in termini di approvvigionamento. Perché stiamo riscoprendo che la nostra democrazia e i nostri valori sono minacciati, che quindi a volte dobbiamo accettare di pagarne il prezzo, quello che comportano le sanzioni e le contro-sanzioni. Dobbiamo essere pronti a difendere questi valori quando attaccati».

L’Unione Europea si è svegliata dai bei sogni che per qualche decennio l’hanno illusa. Le preoccupazioni che sembravano il ricordo di un passato lontano sono tornate a dominare l’agenda politica di Bruxelles.

«La dichiarazione di Versailles, di fatto l’agenda di Versailles di cui abbiamo discusso è un riconoscimento del fatto che la sovranità europea, mentre alcuni potevano vederla come uno slogan qualche anno fa, o forse per alcuni era una fantasia francese, è un imperativo».

Energia, difesa e solidità economica, queste le tre principali voci dell’agenda di Versailles per liberare l’Europa dalle proprie dipendenze energetiche e rendere, finalmente, l’Unione Europea libera e sovrana.

L’indipendenza energetica, come ha spiegato in conferenza stampa il premier Draghi, sarà raggiunta attraverso l’attuazione di quattro pilastri. Il primo riguarda la diversificazione delle fonti di energia e si muove in due direzioni, una di breve e una di lungo periodo. Per quel che concerne la strategia di breve periodo sarà necessario attivarsi per ricercare nuovi fornitori di gas, cosicché si possa allentare la dipendenza dalla Russia, mentre per quel che riguarda il lungo periodo bisognerà sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili. Il secondo pilastro implica l’introduzione di un «tetto dei prezzi al gas» che – come evidenziato dal premier italiano – non appena è diventata un’ipotesi ha comportato una caduta del prezzo da 200 a 116 euro. Il terzo pilastro consiste nella volontà di scindere il mercato dell’energia rinnovabile da quello del gas, evitando così una pericolosa interconnessione. Infine, il quarto riguarda la possibilità di tassare gli extra profitti delle società energetiche che, secondo le stime della Commissione, potrebbe comportare un gettito di circa 200 miliardi a livello europeo.

Sulla Difesa il dialogo è stato «breve, ma interessante», ha detto il premier Draghi, sottolineando lo stupore per le parole dell’Alto rappresentante Borrell che ha dichiarato come l’Unione Europea spenda per la difesa tre volte quello che spende la Federazione Russa. 

Ciò che serve oggi, dunque, non è solo una spesa maggiore, ma una più proficua interazione e un più ampio coordinamento sia in campo strategico che in campo produttivo per dimostrarsi all’altezza delle sfide che si prospettano all’orizzonte, ha sostenuto il presidente del Consiglio.

Infine, la solidità economica che, nelle intenzioni del presidente Macron, non significa avallare un nuovo modello protezionistico, ma al contrario «è avere la possibilità di rimanere aperti senza essere dipendenti».

A Versailles, simbolo dei fasti della vecchia Europa, si riscrive la storia del nostro continente e si risponde alle minacce di Putin che, dalle parole dei leader europei, non sembra intenzionato a voler parlare di pace.