Esercito afghano, giurano in 1.600

Tiziana Montalbano

Dopo quattro mesi di addestramento hanno giurato questa mattina a Kabul altri 1.600 tra reclute, ufficiali e istruttori dell’esercito afghano. La cerimonia, alla presenza del vice ministro della Difesa, Amin Nazari, e’ avvenuta nel "Kabul military training center", il piu’ grande del Paese ed uno dei sei che si occupa di ricostruire l’esercito afghano. Al quale, entro la fine del 2014, dovrà essere consegnata, insieme alla polizia, l’ intera responsabilita’ della sicurezza, almeno secondo quanto prevede il processo di transizione che iniziera’ formalmente il 21 marzo, con l’ annuncio da parte del
presidente Hamid Karzai dei distretti che saranno riconsegnati agli afghani. Assistiti dalla missione di addestramento della Nato (Ntm-A), nella base di Kabul gli istruttori afghani sono ormai il 90%. Alla missione della Nato per l’ addestramento dell’ esercito e della polizia partecipano attualmente 32 Paesi, tra cui l’ Italia che e’ uno dei primi contributori, in termini di cifre (257 uomini) ed in termini di ‘ anzianita’ di servizio’. "Quando la missione e’ iniziata nel 2009 – racconta il generale americano William Caldwell, a capo dell’ Ntm-A – avevamo solo 30 istruttori, in pratica uno ogni 200 reclute, provenienti da due Paesi, Stati Uniti ed Italia. Oggi abbiamo un istruttore ogni due reclute, per un totale di circa 1.300, ma ce ne mancano ancora 740". Al momento, secondo il generale "abbiamo quello di cui abbiamo bisogno, ma in previsione dell’ aumento delle forze di sicurezza afghane (che dovranno arrivare in totale fino ad un massimo di 360mila unita’ entro il prossimo ottobre, ora siamo a circa 270mila), dobbiamo rafforzare le nostre capacita’ per rafforzare le loro". A parte la questione degli istruttori, Caldwell indica nella mancanza di ufficiali di medio livello, nell’ alfabetizzazione e nel cosiddetto ‘ attrition’ (l’ abbandono dell’ addestramento da parte delle reclute) le tre sfide per costruire un esercito ed una forza di polizia in grado di garantire la sicurezza dell’ Afghanistan, che comunque "hanno gia’ fatto importanti progressi". Per quanto riguarda il primo punto, sottolineato che l’86% delle reclute è analfabeta, il generale spiega che, contemporaneamente all’addestramento militare, sono previsti corsi scolastici di base, per permettere alle nuove leve di raggiungere un’istruzione "di terzo grado", che vuol dire quella di un bambino di otto anni. La seconda e la terza sfida sono collegate: secondo Caldwell, piu’ nell’ esercito e nella polizia mancano ufficiali in grado di motivare i loro uomini, piu’ le reclute tendono a lasciare l’ addestramento. Ogni mese, la percentuale di abbandono e’ del 2,9% nell’ esercito e del 2,7% nella polizia. C’ e’ poi un altro problema, spiega, ed e’ che "vengono impegnati di continuo in operazioni contro gli insorti, senza una pausa". E questo li porta a lasciare, nonostante un salario di 165 dollari al mese in un Paese in cui il reddito medio procapite annuo e’ di 370 dollari.