Estero, rifinanziate le missioni

Paola Fusco

Via libera del Senato alla proroga del finanziamento per i prossimi quattro mesi della partecipazione italiana alle missioni all’estero. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha espresso grande soddisfazione per il voto unanime "che rappresenta la vicinanza e la solidarietà di tutta la Nazione ai nostri militari impegnati per la pace e la sicurezza nel mondo". Attualmente sono 9.100 i soldati dislocati nell’ambito di 33 missioni in 21 Paesi con compiti di peacekeeping e stabilizzazione di aree di crisi. Il provvedimento originariamente era contenuto nel Dl Anticrisi ma poi è stato stralciato in una proposta autonoma (l’atto Camera 2602, primo firmatario il presidente della Commissione Difesa Edmondo Cirielli). Come accaduto alla Camera, anche al Senato c’è stato il voto unanime da parte delle Commissioni Difesa ed Esteri riunite in sede deliberante. In questo modo le missioni italiane all’estero sono prorogate fino alla fine del mese di ottobre. Si tratta, complessivamente, di 510 milioni di euro, di cui 213 milioni per le missioni Isaf ed Eupol in Afghanistan e di 101 milioni per la missione Unifil in Libano. I fondi serviranno anche a finanziare altre missioni come quelle dell’area balcanica o come quella per la partecipazione di personale della Guardia di Finanza (2 milioni 696mila euro) in missione in Libia in esecuzione dell’accordo di cooperazione tra i governi italiano e libico per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Nel provvedimento viene inoltre autorizzata, per l’intero 2009, la spesa di 10 milioni di euro per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell’Aise a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali. "Con l’approvazione definitiva del Ddl di proroga alle missioni internazionali in in sede deliberante delle commissioni Esteri e Difesa del Senato, il Parlamento ha corretto il grave errore che il governo aveva compiuto inserendo la decisione sulle missioni internazionali nel decreto anticrisi sul quale si appresta a chiedere la fiducia – ha sottolineato il capogruppo del Pd in commissione Esteri Andrea Marcenaro. In questo modo si sarebbe dissipato uno dei rari patrimoni comuni nei quali ancora si riconosce la democrazia italiana che riguarda contemporaneamente gli elementi di continuità della politica estera, il rispetto degli impegni internazionali e il sostegno concorde ai militari impegnati nelle missioni di pace".