Eugene Kaspersky ha incontrato gli studenti dell’università La Sapienza di Roma

redazione

Ieri, Eugene Kaspersky, CEO di Kaspersky Lab, ha incontrato gli studenti del Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale dell’università La Sapienza di Roma. L’esperto di cyber sicurezza ha sfruttato l’occasione per lanciare un allarme sul panorama delle minacce in rapida crescita, che vede sempre più dispositivi e sistemi operativi sotto attacco, e invitare i giovani talenti italiani a scegliere una carriera nella cybersecurity.
Nessun device è al sicuro, ha sottolineato Eugene Kaspersky: PC e smartphone ma anche dispositivi IoT, auto connesse, sistemi SCADA, infrastrutture critiche, fino alle macchine del caffè connesse. I criminali tradizionali – così come i sabotatori e persino i terroristi – collaborano con i più avanzati gruppi cyber criminali per colpire obiettivi tradizionali con tecniche nuove ed estremamente sofisticate. A conferma della rapida evoluzione del panorama delle minacce informatiche, basti pensare che nel 2016 Kaspersky Lab ha scoperto 2.509 nuovi sample di malware per dispositivi IoT, mentre nel 2015 erano stati solamente 482.
Dunque, cosa possono fare le aziende per proteggere le proprie attività e i propri clienti? Eugene Kaspersky ha sottolineato l’importanza di una strategia basata su quattro fasi: prevenzione, attraverso la protezione degli endpoint con soluzioni di sicurezza affidabili; rilevamento di eventuali attacchi mirati sofisticati; risposta, bloccando l’infezione e risolvendo il problema; previsione di attacchi futuri, basata sugli insegnamenti ricavati dai precedenti attacchi. I sistemi industriali rappresentano un nodo particolarmente critico: per queste infrastrutture, infatti, la protezione degli endpoint non è sufficiente, è necessario proteggere i processi tecnologici con un approccio “secure by design”.
“Ogni anno il crimine informatico costa al mondo 450 miliardi di dollari, 13 volte la spesa globale per le missioni spaziali”, ha commentato Eugene Kaspersky, CEO di Kaspersky Lab. “Il numero in costante crescita di vittime di alto profilo e la proliferazione dei malware per dispositivi IoT possono giustamente portare a credere che i cattivi stiano vincendo, mentre noi – le potenziali vittime – stiamo perdendo questa battaglia. Tuttavia, c’è ancora spazio per l’ottimismo. Una collaborazione tra i maggiori esperti di sicurezza informatica e le forze dell’ordine di tutto il mondo è l’unica speranza per sconfiggere i criminali e garantire che tutti noi possiamo godere appieno del progresso tecnologico”.

La scelta di Eugene Kaspersky di incontrare i ragazzi dell’università La Sapienza conferma l’impegno di Kaspersky Lab nell’incoraggiare i giovani di talento a intraprendere una carriera nella sicurezza informatica. I giovani appassionati di informatica di oggi potrebbero essere la chiave per colmare l’ampio gap di competenze informatiche che le aziende di tutto il mondo stanno registrando. Tuttavia, hanno bisogno di essere incoraggiati a utilizzare le proprie capacità nella lotta contro il cyber crimine.

Secondo una recente indagine condotta da Kaspersky Lab, poco più della metà degli italiani di età inferiore ai 25 anni (54%) vorrebbe partecipare alla lotta contro il crimine informatico. Tuttavia, attualmente i datori di lavoro non riescono a indirizzare l’interesse e il talento dei giovani verso questo settore. Molte aziende non offrono ruoli entry-level nel campo della sicurezza informatica; la maggior parte (76%) promuove personale interno, fornendo formazione se necessario, e recluta esternamente i professionisti senior della sicurezza (39%).

“Il settore della sicurezza e dell’istruzione devono fare molto di più per reclutare la nuova generazione di cyber professionisti. Nessun Paese al mondo ha un numero sufficiente di esperti di sicurezza informatica ed è importante che sempre più giovani ingegneri scelgano questa strada. Il talento di questi ragazzi deve essere sfruttato e nutrito per il bene della società”, ha aggiunto Eugene Kaspersky. “Le ragioni per scegliere una carriera nella cybersecurity sono molteplici: innanzitutto per l’emozione di combattere i cattivi – noi non leggiamo i racconti gialli, noi li viviamo; in secondo luogo perché la sicurezza IT è un problema globale e un lavoro in questo settore vi porterà a girare il mondo; infine, non meno importante, perché gli stipendi sono molto interessanti!”.