Fiumesanto: i vertici di E.ON. da Letta e i sindacati protestano

redazione

Non si arresta il contenzioso tra la multinazionale tedesca dell’energia E.ON. e le organizzazioni sindacali. L’azienda tedesca è al centro di innumerevoli polemiche, sia per gravi questioni ambientali, sia per la sua politica sindacale. Alla notizia di un incontro del Presidente del Consiglio Enrico Letta con i vertici E.ON. che dovrebbe avvenire domani, CGIL, CISL e UIL hanno preso carta e penna ed hanno scritto al Presidente Letta, al ministro Zanonato e al governatore Cappellacci per far rilevare che, mentre i vertici istituzionali incontrano la Società, i lavoratori stanno ancora attendendo una convocazione. E tanto per rendere edotto Letta su quali siano le loro richieste, le hanno messe nero su bianco.

Questo il testo della lettera:

“con la presente portiamo alla Sua attenzione la situazione di grave crisi relativa all’impianto termoelettrico di Fiume Santo in Sardegna.

Abbiamo appreso dalla stampa di un Suo incontro, previsto per il 30 ottobre p.v., con i Vertici tedeschi della multinazionale E.ON. Tra gli argomenti in agenda, secondo i media, anche la questione di Fiume Santo.

A tale riguardo, Le segnaliamo che da mesi sollecitiamo il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di essere convocati per discutere del disimpegno di E.ON rispetto alla costruzione della nuova sezione a carbone, in sostituzione delle obsolete ed inquinanti unità ad olio. Detta nuova sezione rappresenta l’unico caso di impianto a carbone autorizzato in Italia con il pieno consenso del territorio.

L’investimento previsto assicurerebbe la ripresa di un contesto locale in gravissima crisi e la creazione di centinaia di posti di lavoro presso le imprese italiane che possono essere coinvolte nella realizzazione del nuovo impianto.

La sovraccapacità attuale della produzione di energia elettrica nulla ha a che vedere con una infrastruttura energetica che, tra l’altro, entrerebbe in funzione verso la fine di questo decennio.L’impianto, infatti, si trova in un particolare contesto di mercato che ne giustifica in pieno la realizzazione e ne assicura una importante redditività, come è anche dimostrato dagli ingenti profitti (oltre 100 milioni di euro l’anno) che E.ON realizza a Fiume Santo.

La questione di certo non ricopre mera rilevanza locale sia per la portata dell’investimento, mai confermato e continuamente rinviato da E.ON, sia per le esigenze di sicurezza di fornitura di energia elettrica sempre più spesso sollevate da Terna proprio per Fiume Santo.

Ad accrescere la nostra preoccupazione è anche l’attuale situazione dell’impianto esistente rispetto al quale la Procura della Repubblica di Sassari ha di recente aperto una indagine, rilevando inadempienze così gravi da avanzare ipotesi di reato. Questo, in aggiunta al grave episodio dello sversamento in mare di olio combustibile per la rottura dell’oleodotto nel Gennaio 2011.

Alleghiamo le comunicazioni già indirizzate all’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico (anche da parte della Regione Autonoma della Sardegna), chiedendo di essere convocati, a partire dall’incontro del 30, per discutere dell’investimento a Fiume Santo e dei conseguenti effetti sull’economia della Regione e del Paese, nonché per verificare le condizioni di sicurezza della Centrale”.