Fondazione ANIA a favore del reato di omicidio stradale

Tiziana Montalbano

«Le stragi fanno impressione ma ogni due ore sulle strade italiane muore una persona. Come se ogni anno in Italia si verificassero 18 terremoti d’ Abruzzo. Una tragedia nazionale che dobbiamo tutti avere ben presente. Già lo scorso aprile Fondazione ANIA aveva scelto di chiamare tecnici e politici a discutere della proposta di introdurre una fattispecie normativa che regoli il reato stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti gravi. Ora non possiamo che esprimere soddisfazione e plauso all’annuncio del Ministro Maroni che tale reato verrà presto introdotto nel codice penale. Come Fondazione ANIA siamo convinti da tempo che sia necessaria una battaglia d’insieme per contrastare questa tragedia e l’introduzione di un reato specifico sarebbe un passo avanti importante. E non è un caso che quest’anno Fondazione ANIA abbia scelto come tema della propria campagna di comunicazione proprio il rispetto delle regole. Otto incidenti su dieci sono dovuti a comportamenti umani sbagliati: distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Soprattutto alcol nei giovani».

Con queste parole Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA ha commentato l’annuncio del Ministro Maroni di proporre l’introduzione del reato di "omicidio stradale".

Secondo un’ indagine Ipso condotta per conto di Fondazione ANIA, sette italiani su dieci dichiarano di infrangere le regole, spesso o qualche volta, nonostante il 91 per cento di coloro che hanno risposto al sondaggio consideri grave e da condannare la violazione delle norme del codice della strada.  Nel solo 2009 a causa degli incidenti stradali ci sono stati 4.237 morti, 1.200 dei quali sotto i 30 anni, un milione di feriti e ben 20 mila persone hanno avuto salva la vita ma adesso sono paraplegici. Una cittadina di paraplegici spunta ogni anno in Italia come conseguenza degli scontri su strada. «Tutto questo deve farci riflettere, dobbiamo ricordarci che quando siamo al volante ci sono delle regole che vanno rispettate. Condotte di guida scorrette e sconsiderate causano alcuni tra i più gravi delitti stradali. E’ giusto che, in taluni casi, si configuri l’ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti stradali. Il legislatore dovrebbe prendere atto che l’84% degli italiani, e in misura forte i giovani, si è dichiarato favorevole all’introduzione del "reato stradale" secondo quanto accertato dal sondaggio ISPO/Fondazione ANIA e, quindi, agire di conseguenza. Le persone – ha concluso Salvati – continuano a pensare che guidare sia una cosa banale, che possono fare come gli pare, e invece guidare significa condurre un’ arma a quattro ruote. Se guidi ubriaco non puoi pensare che l’ incidente sia un fatto capitato per caso. Ne sei direttamente responsabile».