Un’anomala situazione di emergenza relativa agli incendi boschivi si sta verificando in questo periodo nella regione Umbria. Dal primo dell’anno ad oggi, infatti, sono divampati nel territorio umbro una quindicina di incendi che hanno mandato in fumo circa cinquanta ettari di superficie boscata, costituita in prevalenza da latifoglie. Le zone più colpite sono state quelle di Foligno e Gualdo Tadino dove complessivamente sono andati in fumo circa 25 ettari di vegetazione.
Si tratta di cifre del tutto inconsuete per questo periodo dell’anno e le ragioni di tale fenomeno sono da ricercare nella grave fase di siccità che perdura dall’anno passato, uno dei meno piovosi che si ricordi, e che in questi primi mesi, ad eccezione delle nevicate di fine gennaio e inizio febbraio, ha visto precipitazioni quasi nulle nella maggior parte del territorio regionale. La visibile conseguenza è una condizione di aridità del terreno e secchezza della vegetazione del tutto inusuale.
Questa condizione meteorologica si prevede possa perdurare per tutto il mese di marzo, con l’anticiclone che manterrà il cielo sereno o poco nuvoloso e con temperature in aumento e venti moderati o forti.
Una situazione singolare per il Centro-Nord dell’Italia, con il prolungamento della siccità, al contrario del Sud dove le precipitazioni sono state frequenti ed in molti casi abbondanti: basti pensare che in alcune zone della Sicilia orientale in meno di tre mesi si sono registrati i quantitativi di precipitazioni che dovrebbero mediamente cadere in un anno intero.
Se le condizioni di siccità ed aridità del terreno rendono particolarmente vulnerabile la vegetazione, l’innesco che origina il fuoco e conseguentemente l’incendio è, nella maggior parte dei casi, rappresentato dall’intervento dell’uomo che in questo periodo dell’anno esegue le tradizionali pratiche di potatura, in particolare degli olivi, e il conseguente abbruciamento dei residui vegetali prodotti.
Il Corpo forestale dello Stato che, oltre ad essere in prima linea nella repressione, indaga anche sulle cause degli incendi, ha accertato che gran parte dei 15 roghi divampati in Umbria dall’inizio dell’anno sono da attribuire a tali cause. Al momento sono già quattro le persone che sono state individuate e denunciate all’Autorità Giudiziaria competente in quanto responsabili del reato di incendio boschivo colposo. E ai fermati oltre ad essere inflitte sanzioni penali previste dal Codice verrà attribuito l’obbligo di risarcire il danno che l’incendio ha determinato, sia riguardo al valore del bosco che relativamente alle spese sostenute dalle squadre antincendio intervenute per lo spegnimento.
Il Corpo forestale dello Stato esorta pertanto tutti coloro che intendano eseguire pratiche di abbruciamento dei residui vegetali, ad effettuare procedure alternative come la trinciatura con successiva pacciamatura del terreno o il conferimento al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti presso le aree appositamente predisposte, per non provocare situazioni di grave rischio che in questo periodo risulterebbero amplificate dalle condizioni meteorologiche.