Fujitsu propone Qumulo, la soluzione software-defined di fascia alta per gestire petabyte di dati non strutturati

redazione

Fujitsu ha introdotto una nuova soluzione storage che fa leva sulla tecnologia software-defined per permettere alle aziende di gestire petabyte di dati sparsi all’interno del cloud e di differenti data center. La rivoluzionaria piattaforma per dati organizzati in file realizzata da Qumulo rappresenta la soluzione più avanzata per poter gestire e accedere ai dati organizzati in file spianando la strada alla creazione di nuovi servizi e nuove applicazioni all’interno dello storage enterprise su larga scala.

 

La nuova soluzione storage è disponibile in Italia attraverso FINIX Technology Solutions.

 

Le aziende si stanno rendendo conto delle opportunità che possono scaturire dall’analisi di molteplici fonti di dati per dare un impulso significativo alle rispettive operazioni di business. Processi differenti tra loro come l’imaging diagnostico, la modellazione, le simulazioni, le applicazioni LIDAR, i sistemi GIS, il sequenziamento genetico e la produzione video ruotano tutti intorno alla creazione e all’utilizzo di dati non strutturati. Tuttavia, la gestione di volumi sostanziali di dati organizzati in file si rivela spesso difficile, specialmente dal momento che essi possono essere distribuiti tra l’edge di rete – provenienti da dispositivi IoT – oltre che on-premises e nel cloud.

 

Il file system di Qumulo mette a disposizione scala, controllo dei dati e visibilità in tempo reale sia on-premises che nel cloud, anche a livello granulare, facilitando la configurazione di sistema e la gestione delle performance.

 

Come venire a capo dei dati non strutturati

 

Appositamente progettato per ambienti ibridi che abbracciano il data center, i cloud privati e i cloud pubblici, Qumulo permette agli utenti di condividere informazioni supportando nel contempo molteplici protocolli storage che rendono possibile il consolidamento dei dati. Questo accorgimento semplifica la gestione dei dati all’interno degli ambienti distribuiti e fornisce la capacità di assorbire la crescita imprevedibile dei dati non strutturati e rispondere alle richieste di dati proviene da crescenti quantità di applicazioni residenti sia nel cloud che al di fuori di esso.

 

“Continuiamo a sentir dire che i dati sono il nuovo metallo aureo della nostra epoca”, ha dichiarato Olivier Delachapelle, Head of Category Management, Product Sales Europe di Fujitsu. “È effettivamente così, ma prima che i dati possano avere un qualsivoglia valore occorre estrarre, gestire e raffinare interi petabyte di dati non strutturati. Il nuovo approccio seguito da Fujitsu con la soluzione Qumulo si basa su una information repository ad alte prestazioni realizzata su misura, in grado di scalare illimitatamente per permettere ai clienti di setacciare enormi quantità di dati per trovare quelle pepite che possiedono un valore effettivo”.

 

Thore Rabe, Vice President e General Manager EMEA di Qumulo, ha commentato: “Le aziende hanno bisogno di una piattaforma per dati organizzati in file che sia in grado di soddisfare i requisiti di cloud, scala e prestazioni dei loro ambienti di dati non strutturati. Qumulo è entusiasta di poter collaborare con Fujitsu per consentire una transizione trasparente verso un’infrastruttura moderna capace di accelerare il conseguimento di risultati e il contenimento dei costi”.

 

La soluzione Qumulo gioca un ruolo chiave nella strategia di trasformazione data-driven di Fujitsu

 

La soluzione Qumulo si inserisce nel secondo dei quattro livelli in cui è suddivisa la strategia di trasformazione data-driven di Fujitsu – quella che comporta la creazione dell’architettura dati di destinazione una volta che sia stata definita la baseline della trasformazione dei dati. Il vasto portafoglioFujitsu per gli ambienti IT ibridi rende possibile trasformazioni digitali di successo controllando, proteggendo e salvaguardando i dati massimizzandone nel contempo il loro valore di business.

 

Fujitsu lavora a fianco dei propri clienti per definire le architetture di destinazione, analizza gli ambienti ibridi in termini di piattaforme, storage, workload e gestione dei dati, e quindi fornisce le soluzioni appropriate. Una volta che un’azienda abbia stabilito una baseline di trasformazione, il passo successivo è quello di creare l’architettura dati di destinazione per consentire il pieno accesso e controllo dei dati attraverso edge, core e cloud.

 

Istanze Qumulo cloud-native scalabili

 

“La soluzione Qumulo, basata su un file system di tipo ‘cloud-native’, grazie al quale è possibile scalare non solo in termini di capacità, ma anche di numerosità degli oggetti, arriva a supportare diverse decine di miliardi di file” ha spiegato Cristian Antonucci, Sales Specialist di FINIX Technology Solutions. “La capacità locale e quella in cloud possono essere gestite come un ‘unico file system’; in questo modo Qumulo permette il trasferimento di workload da e verso il cloud pubblico. Per un cliente, questo significa poter estendere – temporaneamente – la potenza di calcolo che ha localmente con quella disponibile sul cloud pubblico e rispondere quindi a eventuali picchi di domanda. Inoltre, il dato è sempre fruibile dalle applicazioni, a prescindere dalla propria posizione; mediante API, infatti, è possibile definire dei microservizi che consentono alle applicazioni l’access ai dati indipendentemente che siano in locale o nel cloud”.

 

 

Ottimizzazione intelligente e visibilità in tempo reale

 

Qumulo fornisce visibilità in tempo reale su dati e utenti rendendo possibile una gestione efficace dei dati. Potenziali problematiche prestazionali, come nel caso di picchi significativi di richieste, e tendenze a lungo termine possono essere identificate a colpo d’occhio. Tecniche di machine learning integrate permettono di gestire oltre il 90% delle richieste di lettura in meno di un millisecondo dalla cache interna1: ciò è reso possibile anticipando le richieste degli utenti, precaricando i dati più probabilmente necessari, e infine associando automaticamente i dati al tier appropriato e ottimizzando la gestione dei file e i supporti storage in base ai comportamenti dell’utenza. Una strategia flash-first fa sì che il 100% dei processi di scrittura e oltre il 98% di quelli di lettura vengano gestiti da drive basati su flash, molto più veloci, mentre i dati che non occorrono immediatamente restano conservati su più economici, ma anche più lenti, hard disk tradizionali.