GdF, controlli sui fondi per il post-terremoto

Stefano Serafini

 

Il caso scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale de L’Aquila non si segnala per l’entità della frode messa in atto, quanto per la maniera subdola per mezzo della quale si è tentato di perpetrarla con l’evidente scopo di appropriarsi dei fondi pubblici destinati all’emergenza post-terremoto in Abruzzo. Protagonista della vicenda un trentottenne residente nel capoluogo abruzzese, che aveva già percepito il contributo destinato alla riparazione di un suo immobile in misura maggiore rispetto a quella cui aveva diritto. Il responsabile della frode, in particolare, aveva ottenuto un alloggio grazie al “Progetto CASE”, poiché la casa nella quale risiedeva con la sua famiglia era stata classificata con ingenti danni strutturali. Lo stesso soggetto, però, risultava proprietario di un’altra abitazione (che aveva riportato danni sismici minori) e che, fino al tragico terremoto del 6 aprile 2009, era stata locata a studenti universitari. Proprio per quest’ultimo immobile, però, l’artefice della truffa aveva falsamente attestato trattarsi della residenza del proprio nucleo familiare, tutto ciò con l’evidente intento di “aggirare” le disposizioni che prevedono la corresponsione di pubblici fondi pari all’80% del costo di ripristino per le cosiddette “seconde case”. Grazie a tale artificio, infatti, l’ideatore della truffa è riuscito a percepire circa 12.000 euro; somma che, però, è già stata recuperata dai finanzieri per effetto di un “sequestro per equivalente” che le Fiamme Gialle hanno operato direttamente sul conto corrente dell’interessato. L’uomo è stato denunciato per i reati di truffa aggravata, finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, nonché di falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale.