GdF: doppio colpo a Pesaro

Gian Luca Berruti

Erano entrati in un’officina specializzata nel restauro di motociclette (completamente sconosciuta al Fisco) per poi scoprire, nelle immediate adiacenze, una casa d’appuntamento gestita da una cittadina cinese.Sono questi i dettagli essenziali del “doppio” risultato di servizio che i finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro hanno conseguito nella città marchigiana.Le Fiamme Gialle erano inizialmente accedute nell’officina allo scopo di verificarne la sua posizione nei confronti dell’Erario.

La stessa, infatti, pur avendo un invidiabile giro di clienti e d’introiti – stimati in circa 20.000 euro mensili – nonché pubblicizzando la propria attività attraverso un sito internet, era sprovvista di qualsiasi autorizzazione e di documentazioni contabili visto che non era mai stata registrata.

A nulla è valso l’espediente che il proprietario dell’attività artigianale aveva escogitato per sviare possibili sospetti, sostanziatosi nel pubblicare sulla propria pagina-web una partita I.V.A. appartenente, però, a un’altra società ormai fallita da tempo.

Durante lo svolgimento della verifica fiscale all’interno dell’officina, però, i militari della Guardia di Finanza hanno notato uno strano andirivieni di persone nei pressi di una vicina abitazione. Insospettiti dalla circostanza, i finanzieri hanno scoperto che l’abitazione stessa era stata locata ad una cittadina cinese con precedenti penali per sfruttamento della prostituzione, e sono subito entrati in azione sorprendendo due giovani ragazze di nazionalità cinese che si stavano prostituendo con due “clienti”.

La “maitresse” della casa d’appuntamenti, che probabilmente si riforniva in maniera periodica di sempre nuove connazionali per la sua illecita attività di meretricio, è stata arrestata mentre gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire il volume d’affari considerando che all’interno della casa, oltre ad un’ingente somma di denaro contante, sono state rinvenute numerose distinte di versamento presso istituti di credito per rilevanti importi, telefoni cellulari, computer portatili ed appunti in lingua cinese.

Particolari questi che inducono gli inquirenti a ritenere che, dietro le quinte dello squallido giro di prostituzione scoperto, possano aver agito personaggi criminali di ben più ampio spessore.