GdF: Firenze, scoperta una rete di sale da gioco clandestine. Arrestati 7 responsabili e sequestrati beni per oltre 8 milioni di euro

Giuseppe Magliocco

Formalmente risultavano come sedi di innocue associazioni sportive dilettantistiche, mentre erano invece vere e proprie sale da gioco clandestine in grado di realizzare guadagni plurimilionari senza corrispondere un solo euro di imposte all’Erario.
Sono 100 i finanzieri impegnati nell’operazione “Doppio Jack” che ha comportato il sequestro di 14 sale da gioco, 10 immobili, 7 autovetture, quote societarie relative a 8 imprese nonché disponibilità finanziarie depositate su più di 30 conti correnti relativi alle 40 persone complessivamente indagate nell’inchiesta, oltre ad una società maltese. Il tutto per un valore complessivo che supera gli 8 milioni e 400mila euro.
L’indagine delle fiamme gialle, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, era partita da un normale controllo ispettivo eseguito presso un’associazione sportiva con sede a Empoli. In quel caso i finanzieri del locale Comando si erano accorti che diversi videopoker installati nella sede della a.s.d. ispezionata non erano stati collegati al server dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Il collegamento con la citata Agenzia del Ministero dell’Economia e delle Finanze – prevista dalla vigente normativa – è obbligatorio al fine monitorare i flussi di gioco di ogni apparecchio e, conseguentemente, per poter calcolare la relativa imposta dovuta all’Erario.
Lo sviluppo dei successivi approfondimenti investigativi ha così rivelato ai militari della GDF l’esistenza di una ben strutturata organizzazione delinquenziale (di cui facevano parte a vario titolo 40 persone italiane e straniere), attiva nel creare sale da gioco clandestine da celare dietro lo schermo ideale delle associazioni sportive dilettantistiche che, come noto, non hanno scopo di lucro e che devono peraltro essere regolarmente registrate al CONI.
Unico “sport” che si praticava all’interno di quelle AA.SS.DD., era però quello di spingere sui pulsanti dei videopoker piazzati in varie sedi di diverse regioni italiane come Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Lazio.
“Dominus” di tutto il movimento truffaldino un 50enne imprenditore veneziano il quale, con la collaborazione di un abilissimo tecnico informatico, aveva messo a punto una piattaforma di gioco on-line completamente illegale che consentiva di collegare tutti gli apparecchi elettronici da gioco gestiti da lui e dai suoi complici con un server, allocato nella lontana isola di Malta ma perfettamente in grado di conteggiare incassi e vincite senza rendicontare alcunché all’Amministrazione Finanziaria italiana.
Da rilevare come le sale da gioco in questione, rintracciate dai finanzieri dopo lunghe ricerche, fossero dotate di apparati di videosorveglianza nonché di sofisticati congegni elettronici che, applicati alle macchine da gioco, erano in grado di “resettarle” completamente in caso di controlli da parte delle Forze di Polizia, tra l’altro interrompendo istantaneamente il collegamento con la piattaforma illegale collegata con Malta.
Gli inquirenti calcolano che – su sole tre sale da gioco clandestine – sia stato possibile realizzare un volume di giocate mensili per oltre 10 milioni di euro, corrispondenti ad un’evasione d’imposta di circa 6 milioni.
Al riguardo la GDF fiorentina sta comunque proseguendo le indagini su tutti gli indagati e sugli altri soggetti coinvolti nella vicenda, tramite approfondimenti di natura economico-finanziaria diretti a verificare la provenienza del denaro nelle loro disponibilità oltre che a quantificare l’esatto ammontare dell’ingente evasione perpetrata ai danni dell’Erario.