GdF: Mantova, accertato il compimento di reati ambientali in area protetta, scatta un sequestro di beni per oltre 4 milioni di euro

Giuseppe Magliocco

Ogni reato ambientale implica anche violazioni di natura fiscale, e questo è un aspetto che la Guardia di Finanza conosce molto bene andando alla ricerca di tali attività criminose, così come è avvenuto a Mantova dove i finanzieri del locale Comando Provinciale hanno eseguito, proprio in seguito ad un grave danno ambientale, un sequestro di beni da oltre 4 mln. di euro.
La vicenda trae origine da un’ispezione che le fiamme gialle avevano eseguito a primavera del 2016 presso un’azienda della zona operante nel settore dei manufatti in cemento per l’edilizia, a seguito della quale i militari invennero rifiuti pericolosi e non pericolosi – per circa 130mila tonnellate – che erano stati depositati all’interno di un’area sottoposta a vincoli paesaggistici nonché vicina ad un affluente del fiume Mincio.
Da quella stessa ispezione i finanzieri operanti accertarono l’assenza di autorizzazioni ed una mole impressionante di materiali di risulta che erano stati lì trasportati e utilizzati da un’altra azienda operante nel settore dei rifiuti, ma che in tal modo eludeva i controlli e le norme che regolano la gestione di questi particolari materiali provenienti dallo scarto di lavorazioni industriali potendo così lucrare, in maniera del tutto illecita, ingenti guadagni.
A seguito di queste evidenze i due rappresentanti delle ditte in questione sono stati dapprima denunciati proprio per l’illecita attività di gestione dei rifiuti, per la realizzazione di una discarica abusiva nonché per alcuni reati edilizi.
Le successive verifiche ed i campionamenti organici eseguiti dai tecnici dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) presso l’area sottoposta a sequestro, hanno altresì accertato la sussistenza di un pericolo concreto e attuale di contaminazione delle acque sotterranee e addirittura l’interramento di rifiuti utilizzati per riempire un piccolo laghetto, da cui è scaturita una nuova contestazione per ulteriori reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica.
Le condotte irregolari sopra descritte hanno comportato anche una responsabilità amministrativa in capo alle aziende coinvolte, in relazione alle quali è stato richiesto e ottenuto il sequestro preventivo degli illeciti profitti quantificati in 150.000 euro per la società presso cui erano stati depositati i rifiuti, e di 4 mln. e 370.000 euro nei confronti della società che – sin dal 2011 – gestiva in maniera illecita i rifiuti.
Gli importi oggetto di tali sequestri patrimoniali sono stati recuperati attraverso il sequestro delle disponibilità finanziarie e dei patrimoni aziendali dei soggetti e delle imprese coinvolte.
La Guardia di Finanza fa presente a tutti i cittadini che il Corpo ha competenza anche per i reati commessi contro l’ambiente, che possono essere denunciati anche attraverso il numero di pubblica utilità del Corpo “117” attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.