GdF: maxi-frode nel settore dei prodotti biologici

giovanni De Roma

I finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro, in collaborazione con i funzionari dell’Ispettorato Repressione Frodi e gli agenti Corpo Forestale dello Stato, questa mattina hanno concluso l’operazione ”VERTICAL BIO” che ha portato agli arresti 9 persone responsabili di aver attuato una maxi-frode nel settore dei prodotti agroalimentari con la contestuale esecuzione di sequestri patrimoniali preventivi per un ammontare complessivo di circa 35 milioni di euro.

I 9 arrestati facevano parte di un’associazione a delinquere specializzata nell’importazione di granaglie prodotte in Paesi terzi (Moldavia, Ucraina, India, ecc.), da destinare al settore zootecnico ed, in alcuni casi, anche all’alimentazione umana, ma che venivano falsamente certificate come “BIO” per poi essere rivendute ad ignare aziende dell’Unione Europea.

Il sistema di frode prevedeva addirittura che le società italiane coinvolte nella vicenda controllassero dal punto di vista tecnico-finanziario le realtà produttive agricole operanti nei suddetti Paesi extra Unione Europea, sia gestendone le metodologie di coltivazione che acquisendone la certificazione biologica rilasciata dai competenti organismi di controllo.

Le indagini sono durate circa due anni e sono state eseguite anche attraverso attività tecniche, analisi chimico-fisiche sui prodotti, ricostruzioni documentali.

L’organizzazione ha commercializzato 350.000 tonnellate di prodotti dichiarati come biologici ma che, in realtà, erano in più di qualche caso ottenuti da organismi geneticamente modificati (OGM) e talvolta contaminati con diserbanti e altre sostanze il cui uso è assolutamente vietato in agricoltura biologica.

I 35 milioni di beni preventivamente sequestrati “per equivalente”, sono costituiti da beni mobili, immobili, partecipazioni societarie e conti correnti riconducibili a 20 dei soggetti indagati, nonché di beni aziendali appartenenti alle 6 società coinvolte