GdF: Messina e Napoli, gran galà della truffa, rinviate a giudizio 84 persone accusate di aver frodato enti pubblici e compagnie assicurative

La fantasia sempre troppo fervida di truffatori pronti a colpire Enti statali così come società private con lo scopo di intascare soldi “facili” davvero non conosce limiti o quantomeno scrupoli, e di ciò ne sono testimonianza due operazioni concluse dalla Guardia di Finanza di Messina e Napoli per le quali ben 84 persone sono state ora rinviate a giudizio.

La prima operazione delle fiamme gialle (denominata “Ghost Race”) condotta in territorio siciliano, ha riguardato la fittizia esistenza di associazioni sportive dilettantistiche (A.S.D.) nonché l’organizzazione di gare ciclistiche (in realtà inesistenti nel primo caso e mai avvenute nel secondo), grazie alle quali i responsabili sono riusciti ad ottenere erogazioni pubbliche che gli investigatori della GDF messinese stimano in almeno 80.000 euro.

L’indagine in questione era stata avviata dopo che un alto dirigente siciliano della Federazione Ciclistica Italiana era stato sospeso dalla stessa F.C.I. per aver personalmente diretto più associazioni sportive (esistenti però solo sulla carta), allo scopo di incrementare il proprio “bacino elettorale”.

L’anomala questione aveva dunque attirato le attenzioni della locale Procura della Repubblica, che ha così disposto un’indagine che i finanzieri hanno poi eseguito con grande scrupolo andando ad analizzare le richieste di contributi regionali presentate dalle suddette A.S.D., accertando – tra il 2010 ed il 2015 – come il 96% delle manifestazioni cicloamatoriali ed agonistiche svolte nella regione fossero irregolari in quanto mai avvenute, il tutto con una comunicazione ai competenti Organi Federali di un numero di tesserati spudoratamente spropositato perché risultato ben sei volte superiore rispetto a quello effettivo.

Nel complesso sono 30 le A.S.D. “fantasma” scovate nel corso dell’indagine, e 31 i soggetti che si troveranno presto a rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici; soldi che invece erano stati stanziati per sostenere le attività sportive in territorio siciliano, nonché per quelle società realmente virtuose e dunque meritevoli di essere coadiuvate nei loro sforzi, anche perché operanti in un’area del Paese dove non è mai facile reperire sponsor privati pronti a farsi carico dei non pochi oneri finanziari necessari per avviare allo sport giovani e giovanissimi praticanti.

L’ingente danno erariale causato dai responsabili, che evidentemente hanno molto più a cuore i propri tornaconti personali e molto meno lo sport del pedale, è già stato debitamente segnalato alla Corte dei Conti della Regione Sicilia al fine di consentirne il recupero.

La seconda operazione ha invece avuto per scenario la zona del nolano, dove i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato a ben 53 soggetti altrettanti avvisi di conclusione delle indagini, che le stesse fiamme gialle avevano condotto nei loro confronti svelando un radicato sistema di condotte corruttive che ha visto implicati numerosi giudici di pace, il tutto con il concorso e la connivenza di avvocati nonché di consulenti tecnici operanti nel distretto giudiziario del Tribunale di Nola (NA).

L’odierno provvedimento giunge al termine di una serrata attività investigativa, grazie alla quale i militari della GDF partenopea sono riusciti ad accertare la completa inesistenza di numerosi sinistri stradali, per i quali i conseguenti giudizi sono stati alterati nel loro regolare svolgimento, determinando in tal modo l’emissione di indebiti risarcimenti corrisposti dalle compagnie assicurative ai truffatori per danni mai avvenuti o comunque non causati dai fatti denunciati.

Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, che per questo caso erano stati attivati dalla Procura della Repubblica di Roma, gli illeciti indennizzi “sentenziati” dai giudici di pace che risultano coinvolti in questa losca vicenda superano la somma di 120.000 euro.