GdF: Parma, sequestrate 21 tonnellate di derrate alimentari scadute da destinare alla preparazione industriale di piatti pronti

Giuseppe Magliocco

Sono ben 21 le tonnellate di cibi scaduti, avariati o non “tracciabili” sequestrati dalla Guardia di Finanza tra l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto nel corso dell’operazione “Bad Food” che i finanzieri del Comando Provinciale di Parma hanno condotto unitamente ai Reparti del Corpo competenti per territorio.
L’operazione a tutela della salute pubblica e delle aziende del settore agroalimentare che operano nel pieno rispetto delle regole, aveva preso avvio da alcune attività di controllo economico del territorio durante le quali le fiamme gialle della città emiliana avevano individuato un deposito non dichiarato, all’interno del quale erano state stoccate diverse tonnellate di prodotti vegetali disidratati di vario genere (pomodori, cipolle, carote, spinaci, melanzane, funghi porcini e sedano) che normalmente vengono impiegati nella preparazione dei c.d. “piatti pronti”, peraltro sempre più presenti sulle tavole dei consumatori.
Le derrate alimentari in questione, però, si presentavano nei loro involucri con evidenti segni di alterazione o con date di scadenza ormai superate, mentre in alcuni casi le stesse erano state addirittura infestate da vermi e parassiti.
Le inquietanti condizioni igienico-sanitarie dei prodotti alimentari rinvenuti hanno fatto dunque scattare l’immediato sequestro e così, mentre i finanzieri gli apponevano i sigilli del Tribunale, nei confronti del medesimo operatore (una società di diritto svizzero gestita da un cittadino italiano) venivano rintracciate altre 11 tonnellate di cibi totalmente prive, o quantomeno carenti, delle etichettature previste dalla vigente normativa in materia di tracciabilità.
La merce sottoposta a sequestro è risultata essere di provenienza estera (Cina, Polonia e India) e, secondo gli investigatori della GDF, era destinata ad industrie alimentari del Centro e del Nord Italia.
Le circostanze operative ed i riscontri documentali derivati dagli interventi eseguiti dai finanzieri parmensi, hanno richiesto l’attivazione di altri Reparti del Corpo che sono intervenuti a loro volta presso altri depositi comportando, ad oggi, il sequestro di altre 6 tonnellate di prodotti agricoli costituenti un reale pericolo per la salute dei consumatori.
Le indagini della Guardia di Finanza stanno comunque proseguendo anche dal punto di vista fiscale, soprattutto per appurare se la società al centro della vicenda fosse “esterovestita”, in altre parole se la sua collocazione in Svizzera fosse stata solo il pretesto per sottrarsi alle imposte del Fisco italiano.
I prodotti alimentari sottoposti a sequestro al termine delle operazioni ammontano dunque a 21.000 kg. per un valore complessivo stimabile in oltre 150.000 euro, mentre il responsabile dell’azienda, denunciato per commercio di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione, rischia ora una reclusione fino a due anni oltre alle pesanti sanzioni amministrative previste per il commercio di prodotti alimentari privi delle etichettature necessarie a rilevarne la tracciabilità.