GdF: pizzicati i "finti poveri" delle Università romane

leonardo Ricci

Sono davvero tanti, troppi, i finti non-abbienti che, iscrivendosi alle università romane, hanno presentato dichiarazioni ISEE “leggermente” infedeli alla loro posizione reddituale ed a quella delle loro famiglie chiedendo sovvenzioni per borse di studio, esenzioni universitarie, alloggi, buoni pasto, agevolazioni nei trasporti, ecc.

I risultati emersi dall’analisi delle domande presente per l’ottenimento di questi benefici, che i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno setacciato per mesi, indicano che l’83,7% dei 196.000 studenti iscritti ha presentato regolare dichiarazione ISEE e di questi circa il 16% è stato inserito nelle prime tre fasce (quelle di minor reddito) dell’Università “Sapienza”, mentre il 27% è stato collocato nelle prime tre fasce delle Università “Tor Vergata” e “Roma Tre”.

Detta percentuale aumenta al 90% se si circoscrive l’analisi ai soli studenti stranieri (circa 7.000) di questi il 15% dei quali risulta aver autocertificato redditi inferiori a 1.000 euro, a tal riguardo specifiche richieste di mutua assistenza (finalizzate a riscontrare la veridicità di quanto dichiarato) sono già state inoltrate alle competenti amministrazioni dei Paesi di origine.

Nel 2012, però, a fronte degli 848 controlli eseguiti dalle fiamme gialle romane, ben 521 sono risultati irregolari, mentre per l’anno ancora in corso la percentuale dei casi irregolari si attesta sul 62% delle posizioni verificate.

Questi particolari controlli, concentrati su posizioni anomale caratterizzate da determinati “indici di pericolosità”, sono stati tesi ad accertare l’effettiva situazione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare di ciascun studente selezionato.

Semplicemente paradossali sono poi alcuni casi che i militari della Guardia di Finanza hanno portato alla luce smascherando dei veri e propri “fuoriclasse” della simulazione, come la studentessa che ha autocertificato un reddito annuo di 19.000 euro (pur avendo un padre proprietario di una Ferrari nonché di immobili di valore). A questo si affiancano anche altri casi piuttosto eclatanti, come quello di una studentessa che si è dimenticata di dichiarare redditi per oltre 70.000 euro, oppure quello di un’altra sua collega di memoria corta che ha dichiarato redditi per 14.313 euro scordandosi, però, di possedere un patrimonio di oltre 600.000 euro.

Per arginare il fenomeno dei troppi “furbetti” che si iscrivono agli Atenei pretendendo agevolazioni alle quali non avrebbero assolutamente titolo, peraltro penalizzando chi a quelle stesse agevolazioni dovrebbe accedere per diritto, la Regione Lazio, le Università “Sapienza”, “Tor Vergata”, “Roma Tre” e la Guardia di Finanza di Roma, hanno stretto un reciproco Patto con lo scopo di snidare questi “furbetti”.

Per i soggetti già “pizzicati” (che ora dovranno restituire tutti i benefit indebitamente incassati) si profila ora, qualora ne ricorrano i presupposti di ordine penale, una denuncia all’Autorità Giudiziaria.