GdF: quasi 5.800 operatori commerciali verbalizzati tra Roma e provincia per mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali

Emidio Lasco

Sono superiori al 54% le violazioni sulla regolare emissione degli scontrini e delle ricevute fiscali accertate dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma nei primi 5 mesi dell’anno sul territorio della Capitale e della sua provincia, a fronte dei 10.600 controlli eseguiti presso negozi, bar, ristoranti ed altri operatori commerciali obbligati al rilascio.

Nella sola città di Roma, dove i controlli si sono fatti ancor più serrati in concomitanza dello straordinario afflusso di turisti e pellegrini giunti nella Città Eterna per il Giubileo, le percentuali sfiorano il 65% di irregolarità, sia per la mancata emissione degli scontrini, sia per quello delle ricevute fiscali, mentre numerosi sono i casi esercizi privi di qualsiasi autorizzazione amministrativa scoperti dalle fiamme gialle, nonché di ristoranti che – in violazione della normativa vigente – ancora applicavano ai clienti costi aggiuntivi a titolo di coperto.

I citati controlli strumentali, disposti per tutelare i cittadini italiani e stranieri che soggiorneranno per tutto l’arco dell’anno in occasione del “Giubileo della Misericordia”, con particolare attenzione per le zone del centro storico e per quelle più frequentate dai pellegrini, non hanno poi mancato di riservare anche alcune clamorose sorprese come quella verificatasi in un noto bar ubicato nel centro storico della città.

In questo caso il titolare dell’esercizio commerciale si era dotato di un doppio misuratore fiscale (oltre a quello autorizzato), con cui venivano emessi scontrini per una parte irrisoria delle consumazioni effettivamente avvenute, mentre l’altro misuratore (occultato sotto il bancone) permetteva all’esercente di consegnare ai clienti scontrini formalmente regolari ma, in realtà, privi di qualsiasi rilevanza fiscale.

Con questo stratagemma il responsabile della frode poteva così evitare la contabilizzazione degli incassi effettivamente conseguiti, cosa che, in poco più di 2 mesi, gli aveva già consentito di occultare al Fisco corrispettivi per 650.000 euro ed un’evasione dell’IVA per altri 65.000 euro.

Immediata in questo caso è stata la segnalazione all’Agenzia delle Entrate, per il successivo provvedimento di chiusura temporanea dell’esercizio (da 1 a 6 mesi), oltre che per l’irrogazione della prevista sanzione amministrativa.

Da rilevare che – nei primi 5 mesi dell’anno e per tutto il 2015 – per gli esercizi commerciali della città di Roma e della provincia risultati positivi ai controlli dei finanzieri, sono state avanzate all’Agenzia delle Entrate 117 proposte a cui hanno fatto seguito 76 chiusure temporanee (37 delle quali nella Capitale) delle attività risultate non in regola con la prevista normativa sugli scontrini e le ricevute fiscali.