GDF: Roma, appalti gonfiati ai danni della Agea

Gabriel Romitelli

Un sequestro da un milione e 500mila euro in beni immobili e disponibilità finanziarie è stato operato dai finanzieri del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Frodi Comunitarie nei confronti di alcuni rappresentanti legali e amministratori di società, accusati di aver fatto levitare in maniera fraudolenta i costi di fornitura – per almeno 843.000 euro – ai danni di una società pubblica.

L’indagine, che le fiamme gialle hanno condotto sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, ha riguardato la fornitura del software informatico che gestisce la rendicontazione degli aiuti comunitari che la Ag.E.A. (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) destina in favore degli operatori del settore e che, nel caso specifico, ammontano a circa 7 miliardi di euro l’anno.

Indagando su questa onerosa fornitura, gli stessi finanzieri del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Frodi Comunitarie hanno però scoperto evidenti violazioni nella normativa sugli appalti nonché sulla trasparenza negli atti della Pubblica Amministrazione, andando così più a fondo in tutta l’operazione.

Nel caso specifico, infatti, la società partecipata SIN s.p.a. aveva contratto un affidamento diretto per l’acquisizione delle licenze software necessarie per il funzionamento della piattaforma S.I.A.N. (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), ma con una parallela operazione di interposizione di altre due società tra venditore e acquirente finale.

Le stesse società hanno poi ri-fatturato le licenze medesime applicando nuovi margini di guadagno, in modo tale che il prezzo finale della fornitura effettivamente pagato da AGEA levitasse artificiosamente.

A questo punto gli investigatori della Guardia di Finanza hanno avviato ulteriori accertamenti bancari e tecnici che hanno presto permesso di appurare come il rappresentante legale di una delle società coinvolte avesse ri-ceduto, nell’immediatezza della conclusione del contratto, 370mila euro in favore del manager della società venditrice del software.

Tale trasferimento di denaro, nelle intenzioni dei due complici, sarebbe stato giustificato da stipula di un contratto preliminare per la compravendita di un immobile con tanto di caparra confirmatoria che però, come poi dimostrato dagli inquirenti, non si è mai concluso.

A conclusione dell’indagine sono cinque i soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa ai danni dello Stato, peraltro aggravata dal concorso da loro.

Uno dei soggetti denunciati, per di più, nelle dichiarazioni dei redditi relative agli anni 2011 e 2012 aveva omesso di indicare ricavi per 1,8 milioni di euro e dovrà dunque rispondere anche di evasione fiscale.