Gdf: Roma, capi di abbigliamento falsamente marchiati “bio” e scarpe sportive contraffatte. Nuovo sequestro da 275.000 pezzi

Emidio Lasco

Li avevano marchiati con etichette che riportavano marchi “BIO” come quelli di cotone organico e della fibra di bamboo, mentre erano solo capi di abbigliamento realizzati con materiali scadenti che non avevano una sola fibra rispetto quel che invece appariva agli occhi degli ignari acquirenti.
E’ così finita con il sequestro di oltre 205.000 capi di abbigliamento, rinvenuti in alcuni magazzini nelle disponibilità tre imprenditori cinesi, l’ennesima introduzione sul territorio nazionale di prodotti “fake” che i finanzieri del Comando Provinciale Roma – Nucleo di Polizia Tributaria sono riusciti a bloccare monitorando i mercati rionali della Capitale, scoprendo l’intera filiera distributiva di questi prodotti che, come accertato dalle analisi effettuate dalla locale Camera di Commercio, erano stati invece realizzati con fibre di scarsa qualità.
Nel corso delle stesse indagini, le fiamme gialle di via dell’Olmata hanno altresì scoperto un illecito traffico di calzature sportive riportanti il marchio contraffatto di un noto brand statunitense del settore, anche queste prodotte in Cina.
I contraffattori, in questo caso, avevano realizzato un semplice ma ingegnoso sistema per eludere i controlli doganali consistente nell’inserire degli inserti in pelle amovibili sul marchio contraffatto in modo da camuffarlo, ma che, una volta rimossi, rendevano tali calzature del tutto uguali alle originali.
Si calcola questo raffinato escamotage abbia consentito agli industriali del falso di introitare ricavi di almeno un milione di euro.
Da rilevare come la lotta al falso e alla contraffazione, oltre a tutelare le aziende titolari dei marchi e tutto il loro indotto, possa rappresentare anche una utile occasione per fornire assistenza in favore di persone meno abbienti o addirittura di popolazioni in difficoltà.
A tal riguardo la Guardia di Finanza romana – a seguito del sequestro di circa 420.000 capi contraffatti già effettuati da inizio anno – ha ottenuto dalla locale Autorità Giudiziaria, quale alternativa alla distruzione, l’autorizzazione ad affidare tali materiali alla Comunità Sant’Egidio ACAP ONLUS di Roma, mentre quest’ultimo sequestro è stato invece destinato in favore delle popolazioni di San Salvador e del Malawi per mezzo dello “United Nations Humanitarian Response Depot” (UNHRD) che ne ha curato il trasporto e la spedizione all’estero.