GDF, Roma: denunciate 8 persone per frode

Giovanni De Roma

Gestivano importanti società di servizi avvalendosi di circa 2.000 dipendenti, per i quali non versavano però i previsti contributi previdenziali pur operandone le relative trattenute, e realizzano una maxi frode fiscale stimata in oltre 45 milioni di euro.

Sono questi le risultanze dell’operazione conclusa dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma i quali, in collaborazione con i colleghi dei Comandi di altre 10 province, hanno smantellato un network fraudolento e sottoposto a sequestro conti correnti e immobili per un valore di 22 milioni di euro nelle disponibilità di 8 soggetti, attualmente indagati per frode fiscale, riciclaggio, appropriazione indebita, distruzione di scritture contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

I principali artefici della frode erano 4 imprenditori di origine napoletana attivi nella fornitura di manodopera nei settori del facchinaggio, dei call center e delle pulizie, firmatari di importanti appalti in tutto il territorio nazionale, che avevano costituito una vera e propria organizzazione criminale basata su una rigida ma funzionale suddivisione dei ruoli, nonché sul sistematico “apri e chiudi” di società, alcune delle quali aventi sede in Gran Bretagna con “vite” piuttosto brevi (in media 3-4 anni).

Lo scopo era evidentemente quello di fatturare gli elevati utili conseguiti, salvo poi omettere regolarmente il versamento di imposte come IVA, IRAP, ritenute d’acconto, contributi INPS e altri oneri sociali.

L’omesso versamento al Fisco dei ricavi, al quale si aggiungeva il saccheggio dei contributi previdenziali dei propri dipendenti (circa 4 mln. di euro), permetteva così ai truffatori di investire tali “proventi” nell’acquisto di terreni, yacht, auto di lusso e immobili di pregio.

Per eludere i sempre possibili controlli di natura patrimoniale gli stessi beni venivano quindi intestati a semplici “teste di legno”, ovvero soggetti generalmente nullatenenti.

Il “sistema” fraudolento messo in piedi dai responsabili consentiva loro di praticare prezzi di fornitura nettamente più bassi rispetto alla media. Con tali illeciti vantaggi economici erano così in grado di alterare le regole della concorrenza di mercato con un indubbio danno economico per le altre imprese che operano nel rispetto delle regole.