GdF: scoperti a Pesaro tre centri estetici abusivi

Stefano Serafini

Si presentavano come eleganti e confortevoli centri per l’estetica e il benessere, peccato, però, che fossero completamente sprovvisti di qualsivoglia autorizzazione comunale, sanitaria e fiscale,  e che fossero gestiti da sedicenti “esperte” del settore.

A chiudere i battenti dell’attività sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro i quali, avendo notato un insolito via-vai di clienti nei pressi di un comune condominio, hanno iniziato una serie di appostamenti e pedinamenti per scoprire a cosa fosse dovuto l’insolito movimento di persone attorno lo

stabile.

Ed è stato così che, una volta accedute nei locali, le Fiamme Gialle pesaresi si sono trovate di fronte a veri e propri beauty center, ognuno dei quali specializzato in definiti settori dell’estetica e del wellness.

Il primo era stato completamente dedicato all’onicotecnica e alla manicure in generale, con un giro di clientela considerevole e un guadagno presunto di oltre 4.000 euro a mese. Lo stesso, ricavato in una mansarda di un appartamento privato, era gestito da una signora extra-comunitaria e provvisto di tutte le attrezzature nonché dei prodotti necessari per l’esercizio della professione.

Il secondo centro, riconoscibile da un particolare campanello citofonico distinto da quelli dell’abitazione principale, era ubicato nel seminterrato di un condominio e con una ragazza 25enne nelle vesti di titolare. Nel locale, estremamente confortevole e dotato di un moderno impianto di climatizzazione, erano state predisposte due sale per l’attività di estetica, servizi igienici e sala per massaggi.

La terza attività scoperta, specializzata nel benessere psicofisico, era stato collocato in un appartamento ove operava una donna extra-comunitaria, qualificatasi come esperta in riflessologia plantare e digitopressione, si caratterizzava per il grado di cure che pubblicizzava verso i propri clienti attraverso terapie olistiche peraltro precedute anche da diagnosi su pseudo-cartelle cliniche prestampate.

Tutte e tre le attività, secondo quanto accertato dagli investigatori della Guardia di Finanza, non erano state dichiarate al Fisco e per tale motivo sono state contestualmente interrotte, anche in considerazione dell’interessante e copiosa documentazione extra-contabile rinvenuta dai militari.

I finanzieri della città marchigiana stanno ora quantificando l’effettivo giro di affari di ciascuna delle attività scoperte al fine di assoggettare i relativi profitti alla prevista tassazione.