GdF: scoperto giro di "mazzette" per cancellare i debiti erariali

Ernesto Bruno

Dalle prime oredi ieri mattina i finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, unitamente agli agenti della Polizia di Stato, stanno dando corso a 13 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di un sodalizio criminale dedito alla cancellazione di cartelle esattoriali, relative a debiti erariali, dietro la corresponsione di tangenti.Sono circa 150 gli uomini impegnati in questa operazione di polizia giudiziaria giunta al termine di una lunga indagine che, al momento, ha già permesso di accertare l’indebita cancellazione di debiti verso lo Stato per oltre 510.000 euro, tutto ciò dietro l’elargizione di “mazzette” quantificate in circa 130.000 euro.Secondo quanto accertato dagli investigatori della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, i responsabili della frode, tutti molto ben collegati tra loro, dapprima individuavano le posizioni debitorie che ritenevano più interessanti e poi inducevano il debitore a definire la vertenza attraverso la loro opera, facendogli però conseguire sostanziosi risparmi su quanto effettivamente dovuto. Tutto il movimento faceva riferimento ad un impiegato, in servizio presso di un Ufficio Finanziario della Capitale, che aveva il compito di produrre le false attestazioni di avvenuta definizione per ogni genere di cartella esattoriale.Tali “definizioni” venivano comprovate da certificati falsi, realizzati di sana pianta dallo stesso impiegato, attraverso accessi abusivi al sistema informatico dell’Ufficio Finanziario competente.Al termine del procedimento l’interessato poteva così estinguere in maniera molto vantaggiosa il proprio debito con lo Stato, mentre il dipendente infedele otteneva per le sue “prestazioni” cospicue somme di denaro che poi divideva con i suoi complici. Le vicende delittuose, sfociate oggi nei 13 arresti, sono emerse grazie anche all’esecuzione di complesse indagini tecniche, patrimoniali e bancarie che finanzieri e poliziotti hanno condotto in sinergia sulla base di perquisizioni eseguite presso i domicili degli indagati, nel corso delle quali è stata rinvenuta documentazione comprovante gli illeciti da loro compiuti.