GdF scopre evasione milionaria

Tiziana Montalbano

La Guardia di Finanza di Lodi ha sgominato un’organizzazione criminale che, servendosi di società di comodo e ricorrendo a false fatturazioni per un totale di 200 milioni di euro, ha evaso 30 milioni di euro di Iva, riuscendo, così, a immettere in commercio prodotti elettronici (telefoni cellulari, navigatori satellitari, accessori, televisori, etc.) a prezzi ribassati, con conseguente grave turbativa del mercato. L’operazione si è conclusa con l’arresto di due soggetti, la denuncia a piede libero di 30 persone, e il sequestro di beni per un valore complessivo di 100 milioni di euro. I due soggetti arrestati, principali ideatori della truffa, risultano sconosciuti al fisco pur avendo un alto tenore di vita caratterizzato dal possesso di auto di lusso. L’indagine trae origine da una verifica fiscale eseguita dalla Tenenza di Casalpusterlengo nei confronti di una società lodigiana operante nel settore della commercializzazione all’ingrosso di prodotti hi-tech. Nel corso delle attività ispettive gli operanti hanno avuto modo di rilevare che una percentuale significativa delle operazioni commerciali poste in essere dalla suddetta azienda e consistenti soprattutto nella compravendita di prodotti tecnologici sono state svolte, in maniera inusuale, da e nei confronti dei medesimi soggetti. In particolare le partite di merci, tutte rigidamente scortate da documenti di trasporto, sono state acquistate e repentinamente vendute a diverse società, apparentemente indipendenti tra loro, ma che ad una più approfondita indagine sono risultate riconducibili ai medesimi soggetti e prive di autonoma struttura logistica, commerciale ed organizzativa. Queste anomale circostanze hanno indotto i militari operanti a effettuare una analisi approfondita circa la reale natura sottostante tali operazioni, ponendo particolare attenzione ai rapporti economici intercorsi tra la società lodigiana ed alcune aziende, risultate essere sia clienti che fornitori della stessa. La frode accertata, in buona sostanza, ha determinato l’alterazione del principio di concorrenza del mercato originata dall’omesso versamento delle imposte, provocando l’immissione in consumo di beni a un prezzo inferiore a quello d’acquisto.