GdF, sequestrata piscina comunale

Stefano Serafini

  E’ possibile che un’Amministrazione comunale dia in gestione un proprio immobile (in questo caso un impianto sportivo) senza pretendere alcun legittimo onere? Stando a quanto accertato dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Chieti sembrerebbe proprio di sì. La vicenda, che ha quasi dell’incredibile se consideriamo quali siano le non floride finanze dei Comuni italiani, nasce da alcune indagini che le Fiamme Gialle, su delega della Procura della Repubblica di Chieti, hanno condotto su alcuni atti di amministrativi del Comune di Francavilla a Mare (CH). Durante le verifiche, l’attenzione dei finanzieri si è rivolta verso una singolare trattativa privata con la quale il Comune della cittadina balneare abruzzese aveva affidato a una società privata – per oltre un decennio – la propria piscina comunale senza richiedere il pagamento di alcun corrispettivo. Attraverso l’acquisizione e l’analisi della relativa documentazione, i militari sono riusciti a ricostruire l’intero, e quantomeno singolare, iter amministrativo che aveva affidato a terzi l’impianto sportivo in questione. Sono state così rilevate alcune evidenti quanto gravi irregolarità, sostanziatesi nella mancata previsione di pagamenti di canoni e l’omessa stipulazione del contratto di appalto, in evidente violazione delle disposizioni previste dal Regolamento di Contabilità Pubblica. Superfluo aggiungere che tali irregolarità, mai sanate nel tempo, hanno causato pesanti nocumenti finanziari al Comune di Francavilla a Mare, il cui danno erariale è stato calcolato dagli inquirenti in oltre 550.000 euro. Un dirigente del citato Ente locale, responsabile del procedimento, è stato denunciato per il reato di abuso d’ufficio perché accusato di aver omesso incombenze contrattuali rientranti tra le proprie competenze.