GdF: Torino, i finanzieri fanno luce su un maxi giro di oro rubato. 11 persone arrestate

Emidio Lasco

Avevano riciclato oro proveniente da furti per almeno 750 kg. avente un controvalore di oltre 25.000.000 di euro; è questa la scoperta fatta dai finanzieri del Comando Provinciale di Torino che nel corso dell’operazione “Melchiorre” hanno eseguito, oltre a decine di perquisizioni, 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese nei confronti di altrettanti appartenenti ad un ramificato e molto ben organizzato gruppo criminale.

L’operazione delle fiamme gialle, durata alcuni mesi avvalendosi di intercettazioni telefoniche e pedinamenti, ha visto anche la diretta collaborazione fornita da EUROJUST, l’Organismo internazionale di cooperazione con sede a l’Aja che si occupa di gravi episodi di criminalità che investono più Paesi dell’Unione Europea, oltre che quello delle Polizie di Slovenia e Ungheria nonché del II Reparto – Coordinamento Informativo e Relazioni Internazionali del Comando Generale GDF.

Secondo quanto appurato dagli inquirenti, il gruppo criminale di riciclatori si avvaleva di ricettatori che li rifornivano di oggetti in oro provenienti da furti, che quindi rottamavano clandestinamente in una fonderia di Torino nella quale gli stessi venivano fusi e trasformati in verghe aurifere.

Il prodotto così trasformato veniva poi rivenduto a normali quotazioni di mercato ad importanti società nazionali operanti nel commercio del prezioso metallo, ma previa interposizione fittizia di una società ungherese (retta da un cittadino italiano) con cui intrattenevano rapporti commerciali.

Con una serie di artifizi contabili e false transazioni commerciali, i responsabili del gruppo si procuravano tutta la documentazione necessaria a far risultare regolare la loro attività, in altre parole l’oro veniva solo sulla carta venduto da una società ungherese ad un operatore italiano mediante un’operazione di acquisto intracomunitaria, mentre, in realtà, non era mai uscito dal territorio italiano.

Pesanti sono ora i reati di cui dovranno presto rispondere gli arrestati (ricettazione e reimpiego di capitali illeciti), mentre l’Autorità Giudiziaria inquirente ha già disposto nei loro confronti, e nei confronti delle 2 società italiane coinvolte nell’inchiesta, un sequestro di beni per 9 milioni di euro.

L’operazione odierna dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale ed efficace l’attività di cooperazione e raccordo operativo tra gli Organismi di Polizia degli Stati membri dell’Unione Europea, e quale il ruolo – anche internazionale – che Guardia di Finanza riveste nella sua primaria ed insostituibile veste di polizia economico-finanziaria.