GdF Udine: denaro sporco per 80 milioni di dollari

red

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dipendenti dal Comando Provinciale di Udine hanno concluso complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, che hanno permesso la scoperta di una attività di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, con ramificazioni internazionali, che negli ultimi anni ha movimentato denaro in Italia per decine di milioni di dollari.

Principale protagonista di tali illecite attività era un soggetto libanese, da tempo residente in Italia nei cui confronti, all’avvio delle indagini, era già stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Udine.

Il predetto cittadino extracomunitario offriva un profilo di bassa visibilità esercitando “apparentemente” solo una modesta attività di procacciatore di affari, senza peraltro presentare dichiarazione dei redditi e disporre di alcun titolo abilitativo per l’esercizio di attività di intermediazione finanziaria, creditizia e mobiliare.

Le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle udinesi, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, si sono estese anche negli Stati Uniti, Sultanato dell’Oman, Regno Unito, Austria e Svizzera, dove sono state condotte rogatorie internazionali e hanno visto la collaborazione da parte di funzionari statunitensi del Department of Homeland Security – Immigration and Customs Enforcement (I.C.E.).

Alla conclusione dei complessi accertamenti è stato accertato nel Friuli Venezia Giulia l’operatività di un sodalizio criminoso, che aveva realizzato, in tre Istituti di Credito, attività di riciclaggio tramite società “off shore” per oltre 80 milioni di dollari provenienti dagli Stati Uniti, originate da frodi e bancarotte operate nei mercati finanziari ai danni di migliaia di risparmiatori americani i cui soggetti responsabili erano già stati arrestati o indagati da parte del Federal Bureau of Investigation (F.B.I.) e dalla Security Exchange Commission (S.E.C.), Enti con cui sono stati condotti interscambi informativi via rogatoriale. Il denaro veniva trasferito in Italia in “tranches” da 10 milioni di dollari statunitensi per l’attività di ripulitura e veniva utilizzato dagli stessi riciclatori in investimenti finanziari in primarie borse mondiali.

L’operazione ha altresì consentito di sottoporre a sequestro preventivo, giusta decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine, denaro contante in Italia e all’estero per circa 2,4 milioni di dollari americani, 300 mila euro e garanzie bancarie per 200 milioni di dollari.

La Procura della Repubblica di Udine ha chiuso le indagini contestando alla persona indagata e ad altri quattro soggetti (di cittadinanza statunitense e canadese), il reato di associazione a delinquere finalizzato al riciclaggio e all’abusiva attività di promotore finanziario.

Risultano inoltre indagati altri nove soggetti (di nazionalità italiana), tutti funzionari di istituti di credito o promotori finanziari, per reati di riciclaggio e/o concorso in abusiva attività di promotore finanziario. Riguardo a tali professionisti, che si relazionavano direttamente con gli altri indagati per la gestione dei rapporti, sono state rilevate molteplici violazioni alla normativa antiriciclaggio e bancaria quali, ad esempio, l’apertura di rapporti di depositi con soggetti esteri avvenuti per il solo tramite di semplici, anonimi contatti per posta elettronica e la loro totale inerzia a fronte delle evidenze dei sistemi antiriciclaggio aziendali che segnalavano l’anomalità delle operazioni finanziarie da loro eseguite.

A margine dell’operazione è stata altresì accertata un’ulteriore condotta criminosa, relativa a una truffa aggravata posta a danno di un cittadino mediorientale, a cui, tre degli indagati, risultano aver sottratto dal conto aperto presso una banca di Udine una somma di 3 milioni di dollari.