GdF, una mostra sul falso monetario

Paola Fusco

GdF

Verrà inaugurata domani, presso la Caserma Generale Sante Laria di Roma, la mostra intitolata “Il vero e il falso”, la prima mai organizzata in Italia sulle falsificazioni monetarie. L’esposizione, che resterà aperta al pubblico tutte le mattine dei giorni feriali fino al 20 gennaio prossimo, ripercorre, attraverso un vero e proprio viaggio nel tempo, l’evoluzione del fenomeno e permette di ammirare un vastissimo repertorio di monete di età antica, medievale e moderna messe a disposizione dai più importanti musei italiani, cui si aggiungono le serie complete delle emissioni di banconote della Banca d’Italia, provenienti dalle raccolte di Palazzo Koch. Sono presenti anche esemplari della famosa collezione reale di Vittorio Emanuele III, la più importante al mondo di monete medievali italiane, custodita nel “caveau” del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. La mostra è strutturata per aree tematiche, all’interno delle quali i principali e più rappresentativi casi di falso possono essere ammirati attraverso il raffronto, per ciascun pezzo esposto, dell’esemplare originale con il suo corrispondente contraffatto; è inoltre possibile analizzare le differenti tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali antiche e moderne, il materiale sequestrato e vedere filmati inediti, realizzati con telecamere nascoste nel corso delle attività operative. Il fiore all’occhiello de “Il vero e il falso” è la ricostruzione, in un apposito locale, di una stamperia clandestina di dollari falsi sequestrata a Pomezia nel corso della operazione “Benjamin” dello scorso mese di giugno dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria che, come è noto, opera con competenza nazionale nel settore della tutela del mercato dei capitali e dei mezzi di pagamento. La produzione realizzata, in banconote da 100 dollari, aveva raggiunto in questo caso un livello di accuratezza tecnica senza precedenti, grazie alle capacità di un gruppo criminale i cui componenti, ben assortiti, potevano vantare esperienze lavorative importanti come tipografi, litografi e tecnici delle macchine da stampa. Un altro salto di qualità: la stampa su ciascun biglietto di un numero di serie con la macchina tipografica Heidelberg, che i visitatori hanno la possibilità di ammirare nella mostra, munita di una numeratrice tra le migliori in commercio, che faceva scattare una combinazione diversa per ogni passaggio di stampa, secondo una serie predeterminata. Il processo aveva termine con l’impressione sulle banconote del logo caratteristico della Federal Reserve. Ci si può, in tal modo, davvero rendere conto dei livelli di efficienza organizzativa che le compagini criminali  hanno raggiunto e di come funzionano i cicli di produzione, con l’illustrazione dei profili professionali coinvolti, dei complicati e costosi macchinari impiegati, dei ricercati materiali e delle più progredite tecniche adoperate nell’attività di illecita riproduzione del denaro. Passando alla “moneta elettronica”, nella relativa area espositiva sono esibite le carte di pagamento, la cui falsificazione rappresenta un nuovo “business” per le organizzazioni criminali, che ha già prodotto in Europa, nel solo anno 2006, danni ai consumatori per oltre un miliardo di euro. Vengono, pertanto, esposte carte di pagamento autentiche affiancate alle corrispondenti contraffatte, scelte con particolare riferimento all’evoluzione delle tecniche di falsificazione e alle caratteristiche di alcuni elementi di dettaglio. E’ possibile, inoltre, osservare le differenti tipologie di circuiti elettronici e di macchinari illegalmente utilizzati per captare i dati relativi alle carte nonché gli strumenti impiegati per ingannare l’utente all’atto del prelevamento di contanti agli sportelli bancomat. L’esposizione si conclude con uno spazio speciale dedicato alla falsificazione nei periodi bellici: a un certo punto della storia, infatti, gli stati belligeranti hanno maturato l’idea che la falsificazione di banconote dei paesi nemici e la loro conseguente immissione sul loro mercato in quantitativi massicci potesse minare la stabilità economica del paese avversario. E’ il caso della famosa operazione “Bernhard”, alla quale è dedicata una apposita sezione della mostra, che offre la possibilità di rivivere le gesta di un gruppo di falsari ebrei precettati dai nazisti nel campo di concentramento di Sachsenhausen, protagonisti  della più imponente e meglio riuscita operazione di falsificazione di banconote della storia, per quantità, circa 133 milioni di sterline, e per la qualità degli esemplari stampati. Il materiale esposto è illustrato da un ricco e accurato corredo fotografico e da specifici testi di approfondimento raccolti nel catalogo, realizzato in veste esclusiva, su carta filigranata delle cartiere Fabriano, dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.