Genova: smartphone e anabolizzanti in cella

redazione

E’ stato tra uno dei detenuti-attori che nei giorni scorsi hanno messo in scena la pièce teatrale “Angeli con la pistola”, al Teatro della Tosse di Genova. Oggi è finito di nuovo nei guai, dopo che una perquisizione dei poliziotti penitenziari del carcere di Marassi nella sua cella ha rivenuto tanti, troppi oggetti vietati: uno smartphone, una micro sd, due lettori MP3, sostanze per le attività sportive, come integratori e, forse, anabolizzanti.

“Verrebbe da dire che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, come recita l’antico adagio. Ma è una cosa gravissima che detenesse tutto quel materiale in cella. Altro che teatro e rieducazione!”,commenta il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Donato Capece, che ha dato la notizia. “Il telefono sequestrato, tra l’altro, permette anche di fare foto e video, e stiamo accertando se è stato impiegato anche per fotografare e riprendere i volti dei poliziotti penitenziari in servizio per eventuali ritorsioni e se foto e video sono stati trasmessi ad altri utenti”.

Aggiunge il segretario regionale SAPPE della Liguria, Michele Lorenzo: “Questo detenuto era noto da tempo per le sue intemperanze e la sua strafottenza. Non solo aveva già aggredito e ferito un poliziotto penitenziario in carcere, ma nei giorni in cui al Teatro della Tosse di Genova andava in la scena pièce teatrale “Angeli con la pistola” era arrivato a minacciare di morte una nostra Sovrintendente di Polizia Penitenziaria. E nonostante le nostre proteste, è rimasto a fare l’attore senza alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti o, come invece sarebbe stato auspicabile, la revoca del suo ruolo teatrale!”.

“Fatti di questo tipo sono gravi ed inqualificabili”, conclude Capece. “Questo soggetto meriterebbe di starsene in isolamento per mesi, visto che non solo aveva materiale vietato in cella ma che con il suo modo di fare ha vanificato tutto quello che era stato fatto per creare un percorso di trattamento e rieducazione attraverso il teatro. Un’opportunità, questa, non data a tutti i detenuti e che questo soggetto ha buttato all’aria per la sua strafottenza ed arroganza. Deve essere punito severamente e mandato via da Marassi!”.