Geografia della finanza alternativa: ecco le regioni più sensibili verso la green economy

redazione

Le Regioni più «green conscious» d’Italia? A tracciare una geografia della «coscienza verde» ci pensa da Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.

Le regioni più sensibili ai temi ambientali sono quelle più popolose d’Italia. Ma —paradossalmente— non sono i centri urbani a sostenere il dato quanto piuttosto i piccoli centri o quelli vicini alle aree industriali.

«In testa alla classifica si posiziona la Lombardia, con più del doppio della sensibilità rispetto alla seconda in classifica, il Lazio. Terza, ma vicina, il Piemonte, quarta la Toscana. Fanalino di coda la Valle d’Aosta, che però è la regione con un indice di iniziativa tra i più alti: pochi ma buoni si direbbe» sintetizza Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd, scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30 di quest’anno, sottolineando il suo ruolo di ispiratore e modello di nuovi talenti ed idee per il futuro dell’Italia.

Il dato più importante riguarda il confronto tra le due regioni in testa alla classifica e le loro aree metropolitane di riferimento, Roma e Milano.

Il 97% dell’interesse concreto per temi riconducibili alla green economy proviene dal 68% di popolazione che vive al di fuori dall’area metropolitana di Milano, con un incremento dell’interesse del 44% rispetto alle persone che vivono coinvolte dalle dinamiche del capoluogo meneghino.

La differenza è ancora più marcata se si guarda il Lazio dove l’80% dell’interesse concreto si è manifestato al di fuori della Capitale, con un 26% della popolazione nelle aree extra-urbane della regione che fa registrare un incremento del 204% dell’interesse per tali temi.

«I risultati della ricerca del primo GreenVestingForum d’Italia testimoniano l’anestesia cognitiva a cui la frenetica vita di città ci riduce, impedendoci di prendere piena coscienza del problema e della sua impellenza ed incombenza» commenta Giorgio Mottironi, chief sustainability officer e co-fondatore di Ener2Crowd.

«Come se a causa dei molteplici problemi, del suo ritmo di vita, di una popolazione disillusa dalla politica locale e dalle dinamiche economiche, Roma non fosse neanche in grado di pensare ad un proprio ruolo di diretto coinvolgimento in un processo così importante per il Paese e per tutti i suoi cittadini, quale è la transizione energetica: proprio lì dove viene definito a livello legislativo e dove risiedono le istituzioni che ne promuovono l’importanza, il messaggio rimane chiuso nelle stanze del potere e non pervade la vita delle persone»sottolinea Giorgio Mottironi.

Ecco la classifica completa stilata dal GreenVestingForum: 1) Lombardia, 2) Lazio, 3) Campania, 4) Piemonte, 5) Emilia-Romagna, 6) Veneto, 7) Sicilia, 8) Toscana, 9) Puglia, 10) Liguria, 11) Città Metropolitana di Roma, 12) Sardegna, 13) Marche, 14) Città Metropolitana di Napoli, 15) Trentino-Alto Adige, 16) Friuli-Venezia Giulia, 17) Abruzzo, 18) Calabria, 19) Umbria, 20) Città Metropolitana di Firenze, 21) Città Metropolitana di Bologna, 22) Città Metropolitana di Torino, 23) Città Metropolitana di Milano, 24) Basilicata, 25) Molise e 26) Valle d’Aosta.

Il GreenVestingForum ha inoltre tracciato il profilo demografico dell’investitore del futuro: il GreenVestor, pilastro fondamentale della costruzione di un «movimento finanziario green» che possa fungere da stimolo di liquidità per la più famosa Green Economy.

A coniare il termine GreenVestor sono stati proprio i fondatori di Ener2Crowd per identificare tutti colori i quali hanno già manifestato un concreto interesse per i benefici economici ed ambientali che la transizione energetica ed il sostegno a pratiche produttive più sostenibili sono in grado di generare.

E, solo da inizio di quest’anno anno, sulla piattaforma Ener2Crowd.com i GreenVestor sono già diventati un numero consistente: 1.600 investitori, con un tasso di crescita di 20 persone al giorno anche in questi momenti di incertezza verso il futuro quando i più scettici nei confronti del vecchio sistema economico e più distanti culturalmente dalle nuove forme di investimento continuano a mantenere i loro risparmi e le loro entrate immobilizzati sui conti correnti.

«Il dato recente è di un blocco della spesa privata di circa 20 miliardi di euro negli ultimi 2 mesi e di 1.600 miliardi di euro fermi nei depositi bancari» mette in evidenza il ceo della piattaforma, Niccolò Sovico.