Giappone: attivisti cinesi arrestati alle isole Senkaku

redazione

14 attivisti cinesi sono stai arrestati oggi dalle autorità giapponesi dopo essere sbarcati sulle isole Diaoyu, (Senkaku per i giapponesi) per dare supporto alla rivendicazione cinese su questi atolli. L’accusa è di “ingresso illegale”  di violazione delle leggi sull’immigrazione. Le autorità giapponesi hanno fatto sapere che nessuno degli attivisti è ferito e che saranno trasferiti a Naha, una città costiera nella parte meridionale di Okinawa per essere poi rimandati a Hong Kong. Il Ministero degli esteri cinese ha immediatamente reagito, esprimendo il suo disappunto per la presa di posizione giapponese. Il portavoce del ministero degli esteri, Qin Gang, in un comunicato stampa ha invitato oggi il Giappone a evitare qualsiasi azione che possa mettere in pericolo le vite o danneggiare in qualsiasi modo i cinesi che si recano alle isole Diaoyu.

“La Cina – ha detto Qin – presta molta attenzione allo sviluppo della questione ed esprime seria preoccupazione sulla posizione del Giappone”. Le isole, amministrate dal Giappone dal 1985, dopo che erano finite sotto amministrazione statunitense al termine della II guerra mondiale, sono rivendicate dalla Cina per la vicinanza alle sue coste. Un focolaio di tensione che rischia di compromettere i rapporti tra i due stati. La Cina per cinque anni è stata il maggiore partner commerciale del Giappone e rappresenta circa il 21% del volume totale del suo commercio estero.