Giovani e cybersecurity: Check Point Software spiega come educare le nuove generazioni alla sicurezza informatica

redazione

Il crescente utilizzo della tecnologia nei vari settori e nella vita quotidiana, dalla scuola al lavoro, comporta inevitabilmente anche un aumento del rischio di cyberattacchi. Ma quali sono le persone più colpite? Secondo una ricerca recente di Changes Unipol condotta in Italia, sono le generazioni più giovani a subire il maggior numero di attacchi informatici. Nello specifico, i cyberattacchi coinvolgono soprattutto la Generazione Z (dai 16 a 26 anni), con il 32%.

Per questo motivo, Check Point® Software Technologies Ltd. (NASDAQ: CHKP), il principale fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale, ritiene fondamentale educare alla sicurezza informatica le nuove generazioni, sin da subito. I bambini utilizzano quotidianamente la tecnologia, navigando su Internet, utilizzando svariate app, e questo li può portare anche a essere esposti a pericoli. In questo contesto oltre ai genitori, la scuola è il luogo ideale per imparare e avere gli strumenti per proteggersi dagli attacchi informatici.

Di seguito, ecco quali sono le competenze di cybersecurity che ogni studente dovrebbe possedere, a seconda della sua fascia d’età:

  • Per le scuole primarie: gli esperti raccomandano i 10 anni di età come momento ideale per iniziare ad affrontare il tema della cybersecurity in classe, a patto che i diversi dispositivi siano dotati di software di sicurezza e di parental control, e che vengano utilizzati sotto la supervisione di un adulto. In questa fase, le nozioni più utili da insegnare ai bambini riguardano la privacy, l’uso responsabile di Internet, le impostazioni di sicurezza di base dei dispositivi e i consigli sul cyberbullismo.
  • Per la scuola secondaria: questa fascia d’età deve imparare a conoscere le minacce e i pericoli più comuni della cybersecurity su Internet, come il phishing e come identificare un’e-mail o un testo sospetto, il furto di account, il malware, il ransomware e i loro segnali. In seguito, è anche possibile introdurre e approfondire la conoscenza di concetti di base come bug, vulnerabilità, exploit o errori umani, nonché il social engineering: cos’è, come funziona e come lo usano i criminali informatici.
  • Per l’istruzione superiore: che si tratti di una laurea o di un ciclo di formazione professionale, è in questa fase che lo studente si concentra sugli ambiti in cui vuole specializzarsi e svilupparsi per la sua carriera. Materie come l’ingegneria informatica, le telecomunicazioni, una laurea specializzata in cybersecurity o informatica sono quelle che amplieranno le conoscenze al di là di quanto appreso a scuola. Non bisogna dimenticare che il mondo digitale, e allo stesso modo il panorama delle minacce, è in continua evoluzione, e a un ritmo molto più veloce rispetto ad altre discipline, quindi la formazione non deve fermarsi. Dopo aver completato l’istruzione superiore, gli studenti possono sempre continuare ad ampliare le conoscenze e le competenze con corsi o master.

“La formazione in materia di cybersecurity sta diventando sempre più importante, poiché non è utile solo per chi lavora nel settore, ma è già fondamentale per la vita quotidiana di ogni persona. Tutto sta diventando sempre più digitalizzato e ogni azione che compiamo comporta dei pericoli sia nel lavoro che nella vita privata”, spiega Pierluigi Torriani, Security Engineering Manager di Check Point Software. “I bambini di oggi sono nativi tecnologici, quindi forniamo loro gli strumenti per sentirsi al sicuro in un ambiente in rapida evoluzione dove trascorrono la maggior parte della loro giornata.”