Gli incendi delle opere d’arte: prevenzione, formazione e ricerca

Adria Pocek e Paola Fusco

Un mese fa un incendio ha parzialmente distrutto il castello duecentesco di Moncalieri (TO), dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Stefano Marsella, dirigente dei Vigili del Fuoco, ci spiega il ruolo del Corpo e l’importanza della formazione per la prevenzione del rischio e la sicurezza dei beni culturali. 

A quali rischi ci si riferisce quando si parla di "salvaguardia dei beni culturali" ?
I rischi a cui è esposto il patrimonio culturale sono molteplici: per esempio gli incendi di natura accidentale che si verificano all’interno degli edifici rappresentano una sfida importante per chi si occupa di tutelare e prestare soccorso, soprattutto quando il rischio diventa un pericolo concreto. 

Le norme in vigore sono sufficientemente aggiornate? Come si elabora un piano per la sicurezza degli edifici di valore storico-artistico?
Limitatamente alla sicurezza antincendio, le norme ci agevolano il lavoro obbligando i proprietari del bene o il suo gestore a effettuare una "pianificazione del rischio" basata sui criteri generali. Questo obbligo, nel caso di edifici di maggiore pregio, comporta anche un coinvolgimento dei Vigili del Fuoco, che sono tenuti a verificare i progetti di sicurezza prima che vengano messi in atto; all’interno di tale progettazione vi è anche la pianificazione di tutte le attività necessarie a garantire un buono stato di funzionamento degli impianti e a mantenere le squadre di sicurezza ben aggiornate su ciò che devono fare. Si è scoperto solo recentemente che il complesso di conoscenze che possediamo andrebbe ripensato e che bisogna compiere una valida opera di informazione e formazione.  

Incendi come quello che ha distrutto la Fenice o il Petruzzelli potrebbero verificarsi nuovamente?
Dobbiamo subito fare una distinzione: secondo quanto emerso dalle indagini, entrambi i teatri avrebbero subìto atti dolosi. Tuttavia, questi come altri casi mettono in evidenza la fragilità di alcuni edifici storici per i quali bisogna prestare particolare attenzione nelle fasi di manutenzione e restauro. L’incendio del castello di Moncalieri, nel quale sembrerebbe non essersi verificata alcuna causa dolosa, ha dimostrato come il patrimonio culturale abbia bisogno di conoscenze specifiche e di persone addette alla gestione in grado di mettere in atto particolari cautele. 

Esistono piani di sicurezza nazionale?
Sui territori ci muoviamo sulla base di accordi stipulati con le soprintendenze locali, mentre a livello nazionale, come del resto in tutta Europa, siamo ancora agli inizi per quanto riguarda le attività di studio e ricerca. Non è stato ancora acquisito quel complesso di nozioni consolidate che invece abbiamo e vediamo rispettate in altri campi della sicurezza antincendio dove abbiamo maturato una maggiore esperienza: ad esempio, nei locali destinati ad ospitare gli spettacoli non si verificano più gli incendi da molto tempo. Nella salvaguardia dei beni culturali invece stiamo ancora facendo dei tentativi, ma con difficoltà perché, come tutti i settori di ricerca, avremmo bisogno di maggiori risorse.  

Anche le tecniche di intervento su edifici di questo tipo sono in costante aggiornamento?
Questo è un argomento molto delicato, perché si tratta di materiali che, per il loro valore e la loro unicità, non possiamo sottoporre a prove preventive né di incendio né di spegnimento. Dunque quando si elabora un piano di prevenzione, nella scelta degli estinguenti si deve necessariamente far sì che questi non solo spengano le fiamme, ma che non danneggino gli oggetti e le architetture. 

A Torino, anni fa, la Sacra Sindone fu salvata dalle fiamme proprio grazie al coraggio e alla perseveranza di un Vigile del Fuoco…
Oltre alle attività di prevenzione, per garantire un’adeguata sensibilità sull’argomento dovrebbero essere impiegate sul campo figure professionali che siano in grado di garantire la sicurezza e sappiano formare squadre antincendio preparate e interne alle strutture. 

Disponete delle risorse necessarie per svolgere al meglio il vostro lavoro?
Avere risorse dipende soprattutto dalla consapevolezza che si ha del problema; noi dobbiamo fare i conti con i limiti in cui tutta la pubblica amministrazione si muove oggi.  

Quali sono le aspettative per il prossimo futuro?
Il 22 e il 23 maggio a Siena si terrà il IV convegno sulla sicurezza antincendio applicata ai beni culturali; in quell’occasione si farà il punto della situazione e mi auguro possa prendere il via, a livello sperimentale, un’attività di ricerca e divulgazione sull’argomento che non credo richieda risorse molto cospicue.