Guardia di Finanza, Treviso: maxi-evasione fiscale per due aziende

Stefano Serafini

Guardia di Finanza: entrano per una verifica fiscale e scoprono due stanze con la contabilità "nera". << Le fiamme gialle di Treviso accedono presso due aziende per una verifica fiscale ma notano suppellettili e cavi elettrici posti in posizioni strane. Scoperti due vani occulti rinvengono tutti i documenti contabili e accertano una maxi-evasione fiscale. Denunciati 2 responsabili >> Due società operanti nel c.d. “distretto del mobile”, che tra il 2004 e il 2011 hanno evaso ricavi per oltre 100 milioni di euro nonché I.V.A. per altri 32 milioni, con il contemporaneo impiego irregolare di ben 434 lavoratori (di cui 13 completamente in nero), sono state scoperte dai finanzieri del Comando Provinciale di Treviso durante una brillante operazione di polizia economico-finanziaria denominata “COAT RACK”.Le fiamme gialle trevigiane avevano dato inizio alle verifiche fiscali accedendo direttamente all’interno delle due aziende e chiedendo l’esibizione della contabilità ma, proprio mentre acquisivano i libri e le fatture mostrate dai ragionieri delle due società, hanno notato la presenza di uno strano cavo elettrico che fuoriusciva da un muro posto a lato di un appendiabiti, mentre un altro attaccapanni era stato fissato alla parete in posizione non certo idonea al suo normale utilizzo.Insospettiti dagli insoliti particolari, i militari della Guardia di Finanza hanno presto scoperto che i due appendini, in realtà, nascondevano due porte di accesso ad altrettanti vani in cui era stata celata la vera contabilità delle due aziende.In un caso un telecomando faceva addirittura scattare una serratura elettromagnetica per l’apertura di una vera e propria stanza occulta, nell’altro caso la chiave di apertura era stata invece abilmente camuffata dal pomello dell’attaccapanni.Le fiamme gialle hanno così passato al setaccio migliaia di file e documenti rinvenuti nei nascondigli, scoprendo che le società verificate avevano ceduto beni a numerosi clienti nonché acquistato materie prime da fornitori completamente in “nero”, così come in “nero” erano stati corrisposti compensi a dipendenti e rappresentanti di commercio per oltre 27 milioni di euro con evasione di ritenute per altri 5 milioni.Grazie a questi artifizi, evidentemente non solo contabili, le aziende verificate hanno tenuto per anni una “dimensione contabile” fittizia, ma comunque coerente a fronte dei tanti milioni di euro evasi.Dopo la ricostruzione del reddito reale conseguito delle due imprese, è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria dei due rappresentanti legali, che dovranno ora rispondere di dichiarazione fraudolenta.Gli stessi sono anche destinatari di provvedimenti di “sequestro per equivalente” (computabili in oltre € 13 milioni di euro), corrispondenti alle quote societarie possedute ed a svariati immobili siti in Veneto sui cui lo Stato Italiano potrà rivalersi delle imposte fraudolentemente evase.