Icaro e Ania Campus: progetti di guida sicura

Veronica Molese

E’ partita l’ottava edizione del progetto Icaro, la campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato, dai Ministeri dei Trasporti e della Pubblica Istruzione, dall’ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) e dalla Fondazione per la sicurezza stradale dell’ANIA (Associazione Nazionale Istituti Assicurativi), con la collaborazione di Sicurstrada ed Unicef.
L’obiettivo è di dimostrare la necessità della prova pratica per ottenere il patentino per il motorino a 14 anni. Nel nostro Paese, infatti, per guidare un ciclomotore 50cc basta superare solo una prova teorica, che la maggior parte dei ragazzi attualmente sostiene nei propri licei dietro esborso di un’irrisoria cifra,50 euro, sufficiente però per la Motorizzazione per circolare liberamente.
Gli strumenti che il progetto propone spaziano dagli incontri nelle scuole con stralci di film famosi basati su incidenti, velocità e alcool alla guida, allo spettacolo teatrale “Icaro Young” di Matteo Vicino, che verrà messo in scena in 13 città italiane, sino alla strategia di comunicazione appositamente studiata dal canale musicale MTV per i giovani destinatari della campagna.
Ma la vera novità di Icaro 2008 è l’ANIA Campus: un parco itinerante sulla sicurezza stradale per le due ruote, che seguirà le 13 tappe dello spettacolo teatrale.
Per saperne di più, abbiamo incontrato il dottor Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale.
Dottor Guidoni cos’è l’ANIA Campus?
Noi dell’ANIA, in collaborazione con l’ANCMA e la FMI (Federazione Motociclistica Italiana, abbiamo creato un’area attrezzata con degli istruttori di guida per le due ruote, per permettere ai ragazzi di 13 e 14 anni di fare un mini corso di guida sicura, per avere le indicazioni necessarie per affrontare i pericoli della strada.
I mini corsi, itineranti in 13 città italiane, vengono gestiti da istruttori specializzati, perché riteniamo che uno dei motivi di incidentalità stradale sulle due ruote, dai nostri dati, sia anche la scarsa abilità pratica alla guida.
Il nostro obiettivo è infatti cercare di proporre un modello formativo propedeutico all’introduzione dell’obbligo per i minorenni della prova pratica per l’acquisizione del certificato di idoneità per la guida del ciclomotore.
Perché puntare l’attenzione proprio sui veicoli a due ruote?
I nostri dati sull’incidentalità sulle due ruote sono molto in contro tendenza rispetto all’incidentalità generale: l’incidentalità e la mortalità sulle due ruote cresce, mentre i dati dei morti in senso complessivo diminuiscono.
Per questo faremo fare 350 corsi gratuiti di guida sicura negli autodromi, da maggio ad ottobre, nelle piste di Vallelunga, Misano, Mugello e Monza, in concomitanza con gli eventi e gli appuntamenti della Scuola Motociclistica Italiana.
Possiamo parlare quindi di prevenzione e non di repressione.
Penso che il tema della sicurezza stradale venga trattato soltanto nei momenti di emergenza sociale.
Io credo, invece, sia un fenomeno che vada sicuramente affrontato da un punto di vista normativo, con la repressione e l’inasprimento delle sanzioni, ma che debba anche essere accompagnato da un volume di controlli sufficiente. Solo per dare un dato, i controlli in Francia sono pari ai 5 milioni, laddove in Italia per ora siamo sui 500 mila.
Secondo noi, è necessaria un’educazione alla cultura della sicurezza stradale accompagnata da una forma di prevenzione anche con la dimostrazione di quali possano essere le conseguenze di una guida scellerata.
Dottore, un ultimo approfondimento su un aspetto del programma che mi ha incuriosito particolarmente. L’ANIA non concluderà il suo programma di prevenzione con l’esaurirsi del tour di Icaro, ma seguirà i partecipanti nel corso dei prossimi anni per dimostrare il minor coinvolgimento di tali persone nei sinistri.
Si, noi seguiremo negli anni tutti coloro che faranno i nostri corsi di guida sicura, attraverso una “schedatura”, per acquisire delle informazioni che dimostrino oppure magari no che seguendo dei percorsi di educazione alla guida pratica e di educazione alla conoscenza delle condotte di guida possano migliorare le modalità di conduzione del veicolo e di conseguenza possa ridursi l’incidentalità, specialmente l’incidentalità grave.