Ictus: un nemico speciale per le donne

Eugenia Scambelluri

Il 43% degli ictus colpisce le donne, ma il 61% delle morti per ictus è appannaggio del genere femminile. Nelle donne, questa patologia uccide il doppio del tumore mammario e si calcola che 1 donna su 5 avrà un ictus nell’arco della sua vita (per gli uomini 1 su 6), considerando che le donne vivono più a lungo degli uomini aumenta quindi la probabilità di avere un ictus.

Anche sul fronte dei fattori di rischio, le notizie non sono confortanti per il genere femminile: il fumo e il diabete sono più pericolosi per le donne che per gli uomini. Il danno prodotto da una sigaretta in una donna equivale a quello prodotto da 5 sigarette nell’uomo. Il diabete moltiplica il rischio di malattie vascolari da 3 a 5 volte nella donna.

Alla luce di questi numeri così preoccupanti, la World Stroke Organization ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale dell’Ictus cerebrale (che si celebra ogni anno il 29 ottobre) alle donne e alla necessità che si diffondano maggiori informazioni su prevenzione, fattori di rischio e cure appropriate più specifiche per il genere femminile. Questo risulta ancora più necessario se si considera che le donne con ictus ricevono meno cure degli uomini anche in Paesi con servizi sanitari efficienti e gratuiti come Canada, Italia, Gran Bretagna ecc. e ne consegue quindi una maggior probabilità di morte o di esiti gravi.

Nel nostro Paese, la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus dà il via alla campagna di Screening della Pressione Arteriosa e della Fibrillazione Atriale in oltre 2.000 farmacie italiane, grazie al supporto non condizionato di Boeringher Ingheleim e Microlife. E non solo, le Associazioni locali di A.L.I.Ce. saranno presenti sul territorio con numerose iniziative di sensibilizzazione in piazza. Per conoscere gli eventi locali e la lista completa delle farmacie che hanno aderito allo screening: www.aliceitalia.org

“Anche quest’anno – ha commentato l’Ing. Paolo Binelli, Presidente A.L.I.Ce. Italia Onlus – la nostra Associazione supporta la Giornata Mondiale dell’ictus cerebrale, nella consapevolezza di dover aumentare presso l’opinione pubblica una maggior conoscenza di questa patologia che può essere combattuta efficacemente soprattutto con gli strumenti della prevenzione e del riconoscimento tempestivo dei sintomi. Quest’anno poi sono particolarmente fiero della nostra Federazione che ha ricevuto l’invito a presentare le nostre best practices nel corso di un Seminario, tenutosi lo scorso week end a Kuala Lumpur ed al quale hanno preso parte rappresentanti di numerosi paesi del sud est asiatico, un riconoscimento prestigioso che conferma ancora una volta, a livello globale, il valore delle nostre campagne e il nostro impegno nella lotta contro l’ictus cerebrale”.

Nel febbraio 2014, la più importante istituzione americana per il controllo delle malattie vascolari, l’American Heart and Stroke Association, ha emanato delle linee-guida per la prevenzione dell’ictus nelle donne.

“Per la prima volta nella storia della medicina – ha dichiarato il Professor Domenico Inzitari,  Responsabile Stroke Unit Ospedale Careggi di Firenze e Professore in Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università di Firenze – si è ritenuto di rivolgersi esclusivamente alle donne, perché la loro battaglia contro l’ictus è diversa da quella degli uomini. Come si è giunti a questo? Negli ultimi dieci anni si sono accumulate inoppugnabili evidenze scientifiche sul quanto, come, e perché l’ictus prediliga il sesso femminile”.

Inoltre, si è dimostrato negli ultimi anni, come fattori esclusivamente femminili (ormoni, gravidanza, parto, menopausa) agiscano a breve, medio e lungo termine aumentando il rischio di ictus lungo l’arco dell’intera vita della donna:

Durante la gravidanza il rischio di ictus è aumentato del 30%.

Anticoncezionali orali e terapia ormonale post-menopausale. Non si deve procedere con questi farmaci in caso di donne fumatrici, perché il rischio di ictus raddoppia;

Emicrania con aura (un tipo particolare di emicrania preceduta da sintomi neurologici).

Fibrillazione atriale. Si tratta di un’aritmia cardiaca piuttosto frequente nella popolazione. Le donne ne sono maggiormente affette, in particolare in età anziana. Aumenta di 5 volte il rischio di ictus e si raccomanda a tutte le donne dai 75 anni in poi di eseguire ogni anno un elettrocardiogramma di controllo e/o di utilizzare misuratori di pressione che rilevino la Fibrillazione Atriale. Oggi esistono diversi modi per trattare la fibrillazione atriale tra cui le terapie farmacologiche con anticoagulanti orali e alcune innovative tecnologie “salvavita”.

La buona notizia viene dalla Svezia, dove un prolungato studio di follow-up ha dimostrato che attenersi a cinque regole di un sano stile di vita (riduce del 54% il rischio di ictus nelle donne). Le cinque regole sono: non fumare, bere con moderazione, mantenere il giusto peso, fare esercizio fisico, mangiare equilibrato.

“Se a queste 5 regole – prosegue il Professor Inzitari – aggiungiamo la consapevolezza del proprio profilo di rischio e semplici controlli periodici, otteniamo una riduzione del rischio davvero notevole: 9 ictus su 10 potrebbero essere evitati. Le raccomandazioni contenute in queste linee-guida, rivolte alle donne, ai loro medici, ostetrici e ginecologi, possono apparire frutto di semplice buon senso, ma sono invece scaturite da oltre un decennio di ricerca scientifica che ha provato e poi confermato la validità ed efficacia di alcuni semplici comportamenti preventivi.”