La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna ha denunciato sei persone che attivavano centinaia di utenze telefoniche e ottenevano da società finanziarie prestiti personali per decine di migliaia di euro, utilizzando l’identità di terze persone completamente ignare. Tutti gli indagati devono ora rispondere di associazione a delinquere, sostituzione di persona, falsificazione di documenti d’identità e utilizzo illecito di codici di carte di credito. Le indagini sono partite da una segnalazione di Unicredit Banca insospettita dalla contemporanea apertura di più conti correnti intestati a un identico nominativo. La Polizia delle Comunicazioni aveva già in corso indagini connesse a numerose segnalazioni di cittadini che lamentavano l’attivazione a loro nome di servizi di telefonia mai richiesti ed è così risalita al gruppo criminale capeggiato da due donne bolognesi e composta da altri tre bolognesi e un ferrarese. Le due donne avevano raccolto i dati di identità di centinaia di persone sottraendoli alle banche dati di aziende commerciali di cui erano state dipendenti. Sfruttando varie offerte promozionali, ottenevano dai gestori di telefonia costosi e sofisticati telefonini e personal computer come benefit per l’attivazione di centinaia di schede per cellulari intestati a persone a cui era stata “rubata” l’identità. A nome di molti altri ignari cittadini venivano poi chiesti e ottenuti, da finanziarie che erogano credito al consumo, prestiti personali per decine di migliaia di euro utilizzati per acquistare a Bologna, Ferrara, Modena, Mantova e Rovigo elettrodomestici e arredi casalinghi. Le numerose perquisizioni presso le abitazioni degli indagati hanno consentito di rinvenire sofisticati programmi informatici per la falsificazione di buste paga, dichiarazioni dei redditi e documentazione varia utilizzata per ottenere i finanziamenti. “Eravamo sulle loro tracce da due o tre mesi” spiega Antonio Apruzzese, dirigente del Compartimento Polizia Postale di Bologna “. L’indagine è partita da due distinti input: le denunce di cittadini che ricevevano bollette di contratti di telefonia mobile sottoscritti a loro insaputa, e Unicredit, che ci ha segnalato l’apertura presso diverse filiali di conti bancari intestati allo stesso nome; uno di quei nomi era anche intestatario, ignaro, di un contratto telefonico”.
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