Il Trattato del Quirinale firmato a Roma Draghi e Macron

Lorenzo della Corte

Nel 1931, ragionando sulle opportunità insite in un periodo di crisi, Albert Einstein scrisse: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato”.

Il Trattato del Quirinale, pensato nel 2017 e firmato nel 2021, è la risposta franco-italiana alla crisi umanitaria, pandemica ed economica che sta attanagliando non solo l’Europa, ma il mondo intero. Il documento, redatto dai saggi prescelti dal Quirinale e dall’Eliseo, ha rinsaldato i legami storici che intercorrono tra i due paesi divisi (uniti) dalle Alpi, rafforzando la cooperazione comune e creando strumenti per rendere l’alleanza più strutturata e promuovendo, altresì, l’interazione tra le due cittadinanze, attraverso iniziative concrete quali: un servizio civile italo-francese e un’unità operativa condivisa a sostegno delle forze dell’ordine. Infatti, come sostenuto dal Presidente Draghi, «la nostra sovranità, intesa come la nostra capacità di indirizzare il futuro, può rafforzarsi solo attraverso una gestione condivisa delle sfide comuni». 

Il Trattato, dunque, non vuole essere solamente una partnership tra stati sovrani, ma aspira ad essere qualcosa di più, un ulteriore passo in avanti verso una nuova Europa unita e sovrana. Un’Europa che – citando le parole del Presidente Draghi – cerca la propria sovranità disegnando da sé il suo futuro e che non lascia ad altri la possibilità di indirizzare o destabilizzare il percorso comune: «per essere sovrani occorre che l’Europa sappia proteggersi e difendere i propri confini. Ora questo trattato aiuta la costruzione di una Difesa comune europea». Un’Europa libera e sovrana che non vuole venir meno ai patti di stretti con gli alleati atlantici, ma, al contrario, un’Europa che non si senta unita solamente da vincoli economici, ma che abbia anche una visione politica e militare condivisa, in quanto, come sostenuto dal Premier italiano: «un’Europa più forte fa la Nato più forte». Una forza rinsaldata e accresciuta dalla «disciplina della amicizia» che deve guidare le politiche comunitarie e i rapporti atlantici.

Una visione geopolitica coincidente, una consonanza di vedute che possa rendere l’Europa non solo arbitro del proprio destino, ma anche protagonista delle grandi sfide che la prossima era post pandemica sta per proporre. Questa è l’idea di Europa che il Presidente Macron prospetta a chi gli domanda quali saranno gli obiettivi della presidenza francese dell’Unione Europea: «l’obiettivo che stiamo perseguendo, e il momento che stiamo vivendo, in cui dobbiamo ancora combattere il virus, hanno accelerato la preparazione di queste nuove sfide: la sfida climatica, digitale, geopolitica, migratoria implicano un’Europa più forte e più sovrana, cioè – ha proseguito il titolare dell’Eliseo – un’Europa in grado di produrre di più, ma in modo decarbonizzato, che sviluppo nuove soluzioni tecnologiche e crei i propri campioni digitali per fare le proprie scelte e non dipendere da altri e altre potenze, che sappia proteggere il proprio territorio, le proprie frontiere e intervenire nel proprio vicinato. E anche se ha alleati e partner, sa come difendersi, che si tratti di questioni industriali, climatiche, tecnologiche o militari. Significa costruire più indipendenza, coerentemente con le sfide dei domani. A questo stiamo lavorando in ambito franco-italiano, e questo è ciò che stiamo difendendo in Europa, e che sarà al centro della presidenza francese dell’Unione Europea».

Per celebrare la firma il cielo di Roma si è dipinto dei colori delle bandiere italiana e francese, uniti e svaniti insieme, quasi indistinguibili per il Presidente Macron. Un presagio di speranza perché, come sostenuto da Kohl, «nel dubbio, per l’Europa».