Alta tensione tra Vietnam e Cina, che si accusano vicendevolmente di provocazioni nel Mar cinese meridionale, nell’ambito di una controversia territoriale che vede i due stati comunisti rivendicare il possesso degli arcipelaghi delle Paracel e delle Spratly, considerati ricchi di risorse petrolifere.
Dopo una domenica di manifestazioni ad Hanoi davanti all’ambasciata cinese, ovviamente consentite ed appoggiate dal regime, questa mattina si è passati ad azioni più concrete, con un’esercitazione navale che si sta tenendo nei pressi dell’isola di Hon Ong, a circa 40 km dalle coste vietnamite.
Sul giornale delle Esercito Popolare del Vietnam, sono state lanciate accuse e minacce contro la Cina, accusata di provocare intenzionalmente gli incidenti nell’area: "Minacciare di usare la forza nel Mare Orientale è in contrasto con la tendenza della pace e della cooperazione in questa regione e nel mondo e rende l’ambiente nella regione e nel mondo meno stabile". Due le sessioni di fuoco previste per oggi nella zona che si trova, tra l’altro, a sud di Danang davanti ad alcune cittadine diventate in questi anni importanti mete turistiche.
Hanoi accusa la Cina di aver danneggiato intenzionalmente alcune sue navi impegnate in rilevamenti sismici nelle acque degli arcipelaghi contesi. Per la Cina, che nega con forza ogni coinvolgimento negli incidenti in mare avvenuti nelle scorse settimane, si tratta di una aperta sfida militare.
Al di là dei nostri ricordi “occidentali” sulla guerra del Vietnam, è proprio la Cina il nemico storico dei vietnamiti. La letteratura nazionale è piena di racconti di guerra contro il suo grande vicino a nord e il pantheon degli eroi nazionali pullula di re e generali che hanno combattuto la Cina. Tra i due paesi c’è stata già nel 1979 una breve guerra di confine, dopo che il Vietnam aveva invaso la Cambogia per attaccare il regime dei Khmer Rossi.