Il vocabolario del cloud 2022

Leonardo Pignalosa

Dall’intelligenza artificiale al cloud, dalla PA alla migrazione, passando per il sorpasso, la sostenibilità e la personalizzazione. Questi ed altri termini saranno molto presenti nel nostro linguaggio comune almeno per i prossimi due anni, legati a tutta una serie di iniziative volte ad una digitalizzazione nazionale inserita nel PNNR. Specialmente il cloud, la “nuvola informatica”, che consente un’archiviazione in uno storage virtuale connesso ad internet e che può risolvere molti problemi relativi ai supporti di archiviazione fisici (ad esempio la stabilità o il costo).Con le varie iniziative contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ci sono molti termini che entreranno nel nostro vocabolario negli anni a venire. Il servizio di hosting Aruba ha creato un piccolo vocabolario contenente 12 parole chiave relative al mondo del cloud computing.
1 – AI (dall’inglese Artificial intelligence, intelligenza artificiale) è forse il termine più importante e conosciuto degli ultimi 10 anni. L’intelligenza artificiale è strettamente legata alle nuove macchine tecnologiche, come computer, dispositivi IoT e robot, che avranno l’obiettivo di pensare autonomamente e comportarsi come gli esseri umani. Entro il 2025 il 50% dei data center globali impiegherà intelligenza artificiale e robotica, e già nel corso di quest’anno si sentirà sempre più parlare del connubio “cloud ed AI”. L’intelligenza artificiale sta infatti contribuendo all’automazione delle attività di routine delle aziende per aumentarne la produttività anche all’interno delle infrastrutture IT.
2 – Disaster Recovery, ovvero la limitazione di danni non prevedibili nell’ambito IT, per ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura a causa di attacchi informatici, interruzioni e guasti. Il Disaster Recovery rappresenterà per le aziende la soluzione “as a service” più importante da implementare per garantire la propria business continuity.
3 – Hybrid Cloud, ovvero sistemi caratterizzati da soluzioni che prevedono l’utilizzo di servizi erogati da infrastrutture private accanto a servizi acquisiti da cloud pubblici. Nel 2022 le imprese evolveranno verso l’integrazione di servizi IaaS (infrastruttura cloud resa disponibile come servizio), PaaS (piattaforme software fornite via Internet come servizio) e SaaS (software erogato come servizio del cloud) in un contesto di cloud ibrido per liberarsi dall’onere di gestire un proprio data center.
4 – Multi-cloud, ovvero l’uso di diversi public cloud service provider per lo storage dei dati virtuali o delle risorse di elaborazione, insieme all’infrastruttura di private cloud e on-premise. Le strategie multi-cloud permetteranno una maggiore flessibilità nella scelta dei servizi cloud da utilizzare, per offrire i loro servizi e ridurre la dipendenza da un singolo vendor.
5 – Native, ovvero la combinazione di tecnologie e tecniche che permettono di creare sistemi resilienti e monitorabili con l’obiettivo di sviluppare e distribuire applicativi di qualità. Questo tipo di architetture permette di adattare al meglio le applicazioni al modello ‘as a service’, sia perché consente di ottenere una maggiore visibilità ed efficienza nel gestire le risorse applicative on-premise.
6 – (No) Lock-In, un termine di cui si parla quando si dà la possibilità ad un’impresa di non rimanere intrappolata all’interno di una scelta tecnologica anche se si presentano alternative migliori. Il lock-in accade quando si instaura un rapporto di dipendenza tra un cliente e un fornitore a causa dei costi di uscita.
7 – P.A., abbreviazione di Pubblica Amministrazione. L’impiego degli strumenti digitali nell’azione della Pubblica Amministrazione è certamente sinonimo di maggiore efficienza, trasparenza e sicurezza per il conseguimento dei numerosi fini attribuiti ad essa. Negli ultimi anni, infatti, l’utilizzo delle tecnologie informatiche quali algoritmi, big data e machine learning caratterizzano, in maniera sempre più permeante, l’azione amministrativa in ogni suo aspetto. Si sta infatti concretizzando l’obiettivo di portare in cloud i dati degli uffici pubblici italiani come previsto nel PNRR in relazione al tema della digitalizzazione del Paese.
8 – Personalizzazione, ovvero la possibilità di scegliere un fornitore cloud in grado di personalizzare le esigenze IT di un’impresa. Il cloud ha introdotto concetti nuovi come quello di ‘as a service’, che uniscono lo standard tecnologico alla possibilità di personalizzare le soluzioni in maniera flessibile.
9 – Sovranità digitale dei dati, ovvero la capacità di uno Stato di gestire le risorse interne senza l’intervento di terzi o influenze estere.
10 – Sostenibilità, ovvero la sostituzione di prodotti o servizi fisici con i loro equivalenti virtuali. Per le imprese, efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili saranno gli obiettivi principali da perseguire in un’ottica ‘green’, e in virtù dei principi di responsabilità sociale d’impresa.
11 – Sorpasso. Se il 2021 è stato l’anno della Cloud Transformation in Italia, il 2022 continuerà a favorire il percorso di trasformazione digitale basato sulle tecnologie della ‘nuvola’. Oggi il cloud pubblico e privato è ormai vicino a sorpassare l’on-premise come modalità di erogazione primaria delle applicazioni aziendali, mentre il mercato italiano prosegue la sua corsa agli investimenti per progetti strategici di gestione del cambiamento organizzativo. Passare da un dispositivo fisico locale ad un software in cloud significherà per l’azienda non avere nessun server fisico al proprio interno ma utilizzarlo a distanza grazie alla rete.
12 – Supporto alla migrazione. La Cloud Migration è forse il tema più centrale del 2022, un trend in corso che mette al centro le maggiori sfide legate all’innovazione digitale delle aziende. Migrare verso la ‘nuvola’ significherà trasferire risorse e applicazioni proprie in un ambiente tecnologico condiviso, scalabile e flessibile rispetto alle diverse esigenze aziendali. Supportare le Direzioni IT nel processo di migrazione al cloud sarà dunque un obiettivo imprescindibile anche nel 2022 per avviare la reale trasformazione digitale delle aziende, oggi alle prese con sistemi ibridi, distribuiti e complessi.